Dopo le dimissioni dalla carica di consigliere Aniello Marsicani pensa alle prossime amministrative: necessaria una lista unitaria espressione dell’intero paese e non di fazioni .
PISCIOTTA. Dopo essersi dimesso da consigliere comunale Aniello Marsicano lancia la sfida in vista delle amministrative del 2017. Nelle scorse settimane l’esponente del gruppo “Una mano per Pisciotta” protocollò in comune una lettera indirizzata al sindaco Ettore Liguori, alla giunta e al consiglio comunale motivando la sua scelta. “Tra gli obblighi del consigliere di minoranza – spiegava – c’è l’obbligo di verifica e controllo sull’operato di chi amministra, ciò presuppone un impegno a tempo pieno al fine di leggere e studiare le delibere, le determine, i regolamenti, le normative e quant’altro”. “Purtroppo – precisava l’ormai ex consigliere – per motivi famigliari, in questo momento non potrò svolgere come vorrei il mio tempo”. Nella missiva inviata a palazzo di città si precisava anche che “l’esperienza in consiglio mi ha offerto la possibilità di accrescere il mio patrimonio in termini di conoscenze e rapporti umani; un’esperienza che mi ha fatto capire tanto e mi aiuterà nelle scelte future”.
Marsicano, però, non resterà ai margini: ora, infatti, è pronto a scendere in campo per le elezioni del prossimo anno ed ha già annunciato in una lettera aperta ai cittadini il suo impegno:
“Le condizioni socio-economiche del nostro pese e le divisioni trentennali che lo caratterizzano – esordisce – rendono necessario trovare soluzioni che vadano oltre gli schemi tradizionali, dando vita ad un progetto di cambiamento e sviluppo basato su una democrazia partecipativa e aperta all’intera collettività”.
“A meno di un anno dalle prossime elezioni – aggiunge – la mia coscienza mi ha imposto di dimettermi dalla carica di consigliere”. “Da domani, libero dalla carica istituzionale e rasserenato negli affetti famigliari sarò impegnato a tempo pieno in quel progetto di cambiamento sognato quattro anni fa”.
Marsicano parla anche di programmi e rassicura: “faremo una lista delle cose da fare per il paese e su di essa ci confronteremo tutti, con associazioni di categoria o volontariato, con gruppi politici e soprattutto con la gente. Una volta concordato un programma, se ci sarà una lista unitaria espressione dell’intero paese e non di fazioni noi siamo pronti anche a sciogliere il gruppo senza pretendere alcun ruolo e diventando semplici elettori”.
“Ma se qualcuno rivendicherà il diritto divino di esserci e qualcun altro il diritto di casta – conclude – noi rivendicheremo il diritto di figli di questa terra e ci saremo”.