Sanità: niente ospedale unico della Piana del Sele, ma Agropoli non riaprirà

Nuove indiscrezioni sul piano sanitario. Gli attuali presidi del Cilento e Vallo di Diano mantengono il pronto soccorso, ad Agropoli resta il Psaut.

Di Redazione Infocilento

Nuove indiscrezioni sul piano sanitario. Gli attuali presidi del Cilento e Vallo di Diano mantengono il pronto soccorso, ad Agropoli resta il Psaut.

Continuano a susseguirsi le indiscrezioni sul piano sanitario che la struttura commissariale retta da Joseph Polimeni, ex direttore generale dell’ASL di Lucca, avrebbe varato. Nei giorni scorsi era stato annunciato che nessun ospedale avrebbe chiuso i battenti e la voce è confermata, così come quella di ridimensionamenti delle strutture attualmente esistenti.

Per la provincia di Salerno, però, potrebbe esserci un incremento di posti letto fino ad arrivare a quota 3.722, rispetto ai 3.665 attuali. Cambia invece la situazione nell’area Sud. Il famigerato ospedale della Piana del Sele, quello che avrebbe dovuto prendere il posto anche ad Agropoli, non si farà. Ciò non significa che il nosocomio del Cilento costiero riaprirà i battenti. Nonostante le voci che erano circolate nelle scorse settimane, infatti, pare che il presidio ospedaliero resterà un semplice Psaut con a disposizione qualche servizio in più come radiologia, tac e laboratorio di analisi.

Restano nella rete dell’emergenza, invece, Eboli, Sarno, Polla, Sapri, Mercato San Severino, Cava de Tirreni, Oliveto Citra e Battipaglia. Quest’ultimo verrà potenziato come punto nascite e riconosciuto come sede PST nella traumatologia. Quello di Eboli, invece, dovrebbe vedersi potenziate le discipline chirurgiche e mediche oltre a essere riconosciuto come hub di I livello nella rete cardiologica essendo dotato di emodinamica. Nel Cilento, invece, sarà l’ospedale di Vallo della Lucania il presidio di riferimento (Hub) così come Salerno per il Capoluogo e le zone limitrofe e quello di Nocera Inferiore per l’area nord.

Polla e Sapri, benché confermati, subiranno dei ridimensionamenti e fungeranno da ospedali “spoke” collegati al “San Luca”.

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