“Giù le mani dal Buon Pastore”. La minoranza: struttura rischia di andare ai privati

Le suore Elisabettine sono in difficoltà, la giunta comunale bandisce una gara per affidamento a privati. Scoppia la polemica.

Di Luisa Monaco

Le suore Elisabettine sono in difficoltà, la giunta comunale bandisce una gara per affidamento a privati. Scoppia la polemica.

SAPRI. Scoppia la polemica sul destino della Pia Casa del “Buon Pastore”, l’istituto gestito dalle suore Francescane Elisabettine Bigie. Attraverso una delibera di giunta dello scorso 28 gennaio (ma pubblicata soltanto di recente), infatti, l’amministrazione comunale, evidenziando difficoltà delle suore a continuare a gestire la struttura ha bandito una gara per affidamento a privati per “casa albergo per anziani” ad un canone mensile a base d’asta di 400 euro . “La delibera è palesemente illegittima – tuonano però dal gruppo di minoranza Insieme Per Sapri – perché trattandosi di istituzione di nuovo servizio e di utilizzo di strutture comunali è di esclusiva competenza del Consiglio Comunale”. Ma questo non è l’unico motivo di polemica. L’opposizione, infatti, ritiene necessario informare della situazione la cittadinanza ed il consiglio “trattandosi di un bene che si identifica con la storia stessa della città di Sapri” e “che non siamo a conoscenza di note ufficiali delle religiose che manifestano la volontà di lasciare la struttura e la gestione ma siamo invece a conoscenza di richieste continue e pressanti, mai evase, di lavori di adeguamento strutturale atte a rendere più decorosa la permanenza degli ospiti”.

“Lo stesso atto – aggiungono ancora da Insieme per Sapri – rasenta la follia istituzionale quando dopo aver asserito che le suore non possono gestire il servizio ne rimanda poi l’utilizzo delle stesse al privato vincitore di un affidamento di quindici anni”.

Il gruppo di minoranza, quindi, esprime la sua contrarietà all’operazione e chiede la convocazione urgente del consiglio comunale per discutere della questione. Infine un invito ai cittadini ed alle organizzazioni del territorio “a iniziare con noi uno stato di agitazione permanente. Diciamo tutti insieme all’armata Brancaleone che governa la città: giù le mani dal Buon Pastore”.

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