I fatti risalgono al gennaio scorso. Protagonisti due 23enne di Novafeltria.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Novafeltria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gerardo Pesce, 42enne di Eboli, già domiciliato a Novafeltria, perché ritenuto responsabile, in concorso con Michele Furio, 59enne foggiano residente a Novafeltria, del reato di sequestro di persona e rapina.
Il provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Rimini è scaturito da un’articolata attività di indagine dei Carabinieri di Novafeltria nata quando, nel pomeriggio del 30 gennaio scorso, due studenti universitari 23enni, residenti a Novafeltria, si presentarono agli uffici del Comando Stazione per sporgere denuncia. I due giovani, soggiogati psicologicamente da comportamenti tipicamente mafiosi, pur senza mai vedere un’arma, sono stati sequestrati per dodici ore e obbligati ad accompagnare i due uomini da Novafeltria ad Eboli.
I due si presentarono in caserma raccontando che tutto aveva avuto inizio la sera del 30 gennaio in un locale di Novafeltria, dove Pesce, in compagnia dell’amico, incontrò i ragazzi. Il reiterato invito a bere insieme spinse i due giovani a lasciare la compagnia degli amici e seguire i due uomini. Gli iniziali modi amichevoli e cordiali di Pesce si tramutarono ben presto in minacce:”Voi non mi conoscete, non sapete chi sono” disse più volte. I due studenti, per nulla abituati ad avere a che fare con una mente criminale, sopraffatti dalla paura e sotto la minaccia di una fantomatica pistola che i due dicevano di aver indosso, macinarono oltre 600 chilometri senza batter ciglio.
Arrivati ad Eboli iniziò un tour a cui i due giovani dovettero sottostare come in un film, sballottati da un appartamento all’altro, senza dare nell’occhio, venendo presentati ai parenti di Pesce come suoi amici. Però in un momento di distrazione dei due malviventi, riunendo tutto il loro coraggio, i ragazzi colsero l’attimo, uscendo in fretta e furia dall’appartamento e riuscendo a salire sull’auto, per poi partire a forte velocità e fuggire da quell’incubo. E a nulla valse l’inseguimento a piedi di Furio nel tentativo di bloccare la fuga dei due ponendosi davanti al mezzo.
Sabato 31 gennaio i due rientrarono a Novafeltria e insieme ai rispettivi genitori si recarono dai carabinieri. Il Capitano Guerrini e i suoi uomini hanno iniziato un’indagine lampo, facendo arrestare in poche ore il pericoloso ricercato, mentre i carabinieri di Eboli fecero scattare il blitz, con l’irruzione nell’appartamento di un parente di Pesce, rintracciandolo e ponendo fine al suo stato di latitanza.
Inoltre dai militari dell’Arma è stata denunciata F.A. 49enne domiciliata a Novafeltria, convivente di Pesce, perché ritenuta responsabile del reato di “procurata inosservanza di pena”. La donna, infatti, aiutava Pesce a sottrarsi all’esecuzione del provvedimento restrittivo ospitandolo nella sua abitazione.