Sanità: il sindaco di Roccadaspide chiede la trasmissione del piano ospedaliero

La missiva è stata inviata ai vertici della Regione Campania e dell'Asl Salerno. I rumors che circolano sono stati definiti "indecenti" dal primo cittadino Girolamo Auricchio.

Di Redazione Infocilento

La missiva è stata inviata ai vertici della Regione Campania e dell’Asl Salerno. I rumors che circolano sono stati definiti “indecenti” dal primo cittadino Girolamo Auricchio.

La notizia ricorrente di un ulteriore ridimensionamento degli ospedali del comprensorio del Cilento e Vallo di Diano, ha indotto il sindaco di Roccadaspide, Girolamo Auricchio, ad inviare una missiva alla Regione Campania chiedendo la trasmissione della bozza del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Di seguito il testo della missiva inviata alla Regione Campania e all’Asl Salerno.

Illustrissime Autorità,

sta circolando in questi giorni, in forma per vero ufficiosa, uno stralcio della bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione Campania relativa alla provincia di Salerno, che in relazione al P.O. di Roccadaspide risulta essere più che penalizzante (come pure qualche commentatore ha riferito agli organi di stampa) assolutamente devastante.

Una ipotesi di riorganizzazione che se effettivamente rispondente al vero sarebbe a dir poco oscena, anche perché fondata su presupposti e basi assolutamente non vere e, dunque, totalmente ingiustificata sul piano tecnico.
Oltretutto si tratterebbe di una ipotesi che non è stata minimamente partecipata ai Sindaci del territorio, dunque assunta senza alcuna consultazione dei territori ed ascolto delle ragioni e delle peculiarità degli stessi.
Come noto, le condizioni e la specificità territoriale del P.O. di Roccadaspide sono elementi certamente non secondari, che in una logica di riassetto generale dell’intera rete ospedaliera regionale non possono non essere tenuti in considerazione, come giustamente per tanti altri presidi ospedalieri pure è stato previsto (isole e zone montane).
La realtà territoriale del P.O. di Roccadaspide, per intenderci quella della Valle del Calore, degli Alburni, del Cilento e dell’Alento, presenta condizioni geomorfologiche particolarissime. L’Ospedale di Roccadaspide, invero, ha una sua tipicità e peculiarità estrema: è situato in un territorio interamente montano nell’ambito del Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni; in un territorio con caratteristiche geomorfologiche difficilissime ed estremamente disagiate; con una rete viaria completamente fatiscente ed una popolazione prevalentemente anziana che rappresenta il doppio della media regionale; è un ospedale che garantisce assistenza ed adeguata risposta sanitaria ad una popolazione di oltre 22 comuni disseminata su circa 800 Km. quadrati, proveniente in massima parte dai territori degli Alburni-Calore-Alento, oltre che a numerosi pazienti della provincia di Salerno; un presidio che dalla sua apertura ha erogato servizi e prestazioni di assoluta eccellenza senza incorrere in alcun caso di malasanità; è un p.o. che presenta una condizione di totale e piena osservanza ai criteri e ai parametri stabiliti dalla normativa nazionale e regionale vigente, con livelli che alcuni P.O. in passato privilegiati non possono vantare in termini di occupazione di posti letto (circa 90%), un rapporto costi/ricavi, D.R.G., costo medio posto letto, dotazione, strutture e attrezzature presenti perfettamente coerenti e in linea con i criteri nazionali; una struttura che oltre a godere di tutte le autorizzazioni imposte dalla legge, rispetta perfettamente e totalmente gli standard qualitativi, strutturali e tecnologici imposti dal D.M. n. 70 del 02/04/2015.
Insomma, un P.O. che è tra i pochi a servire un territorio ed un’area completamente priva di strutture e cliniche private accreditate, sotto tale profilo unico in regione Campania, a differenza della stragrande maggioranza degli altri territori, dove esiste la possibilità per i cittadini di scegliere tra strutture pubbliche e private.
Su tutto questo, poi, grava la carenza e la fatiscenza più assoluta della rete viaria (con frane che da anni hanno isolato interi comuni), che risulta assolutamente deficitaria e che determina una oggettiva impossibilità di rapidi collegamenti con gli altri P.O. (solo per raggiungere l’ospedale di Battipaglia da Roccadaspide centro bisogna percorrere 45 Km., ma il discorso non cambia se si considera Eboli, dove i Km. sono addirittura 51). Se poi si considerano i comuni interni alla Valle, allora le distanze diventano incredibili (da 70 a 75 Km.). Ovviamente ciò significa che i tempi di percorrenza per raggiungere strutture in grado di assicurare il pronto intervento, data la morfologia del territorio e la pessima rete viaria, siano incredibilmente lunghi (oltre una ora e mezza, cioè tempi pressoché raddoppiati, se non addirittura triplicati, rispetto a quelli c.d. normali o standard) e chiaramente tali tempi risultano assolutamente inconciliabili con la celere ed immediata risposta all’esigenza di salute e di pronto intervento per le patologie e i casi gravi, purtroppo sempre crescenti. Ma soprattutto, unica struttura in regione campania che non è servita da una rete autostradale e di superstrade.
In siffatto contesto, la necessità di assicurare al P.O di Roccadaspide un potenziamento di attività e di funzioni, e dunque di consolidamento delle prestazioni erogate, è un fatto di tutta evidenza e si impone come indispensabile, anche alla luce della individuazione del comune di Roccadaspide quale centro erogatore di servizi nell’ambito della strategia nazionale delle aree interne.
Già in passato la V^ Commissione Sanità della Regione Campania ne ha sancito il riconoscimento, come ad onor del vero tutti i Consiglieri Regionali e parlamentari della

Deputazione Salernitana che negli anni hanno affrontato e discusso la questione, in uno ai Consiglieri, Assessori provinciali e a tutti i Sindaci ed amministratori del comprensorio.
L’ipotesi che sta circolando, però, va esattamente nella direzione opposta e, per la verità, risulta assolutamente priva di elementi giustificativi, innanzitutto sul piano tecnico, ma anche sul piano strettamente politico. Sul piano tecnico, per quanto si illustrerà e documenterà nel necessario confronto che si chiede con tutti i soggetti incaricati della redazione del nuovo piano; sul piano politico perché non si possono produrre disparità di trattamento e diseguaglianze tra cittadini e cittadini, tra territori e territori su un tema così delicato quale il diritto alla salute.
Le caratteristiche geomorfologiche dei territori devono necessariamente rappresentare un criterio di valutazione oggettivo, da valutarsi in correlazione con tutti gli altri criteri imposti nel processo di razionalizzazione, a cui nessuno deve sottrarsi, ma sulla base dei dati, dei parametri, degli indicatori e di tutti gli elementi tecnici (certi e chiari) che ciascun ospedale presenta.
Ritengo, quindi, necessario, a nome di tutti i Sindaci della Valle del Calore, degli Alburni e dell’Alento, ma più in generale di tutto il territorio di riferimento innanzi indicato, chiedere alle SS.LL. Ill.me di voler provvedere – con cortese massima sollecitudine – a trasmettere la bozza ufficiale di riorganizzazione della rete ospedaliera campana, nonché i criteri e le linee guida che saranno utilizzati per la fase riorganizzativa, nonché di procedere ad un rapido confronto con tutti i sindaci, gli amministratori e gli operatori sanitari locali, al fine di individuare le migliori soluzioni, che siano le più congeniali e utili nell’interesse generale e di tutti, ma soprattutto che contemperino gli obiettivi di razionalizzazione della spesa con i principi di garanzia del diritto alla salute, di equità e giustizia innanzi richiamati.
Sono certo, come lo sono tutti i Sindaci e gli Amministratori di questo territorio, che si procederà nel rispetto di quei princìpi e dei diritti dei più deboli e svantaggiati, assicurando e garantendo loro il più sacrosanto dei diritti quale quello alla salute, e giammai con logiche di sperequazione e di disparità di trattamento tra territori e territori, tra popolazioni e popolazioni, con inammissibili distinguo tra cittadini di serie “A” e cittadini di serie “B”, che parrebbero invece animare questa “bozza anonima” che sta circolando e che non si capisce bene da chi sia stata divulgata.
Anche perché quelle logiche, che pure in passato si è tentato di affermare, sono inaccettabili e come tali saranno fermamente contrastate e combattute, tanto risultano inique, ingiuste ed incivili.
Dalla Casa comunale, lì 11/04/2016
Girolamo Auricchio

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