L’Africa conta 54 Paesi e 1,2 miliardi di persone. Le donne africane danno alla luce in media 4,7 figli, cioè il doppio della media nel resto del mondo. Ebbene secondo studi del Wordwatch Istitute la popolazione africana potrebbe impennarsi entro il secolo fino a 3-6 miliardi. Una massa di individui a cui bisogna procurare il sostentamento necessario per vivere: cibo, acqua, risorse naturali. Insomma tutte necessità che se vengono a mancare provocano discordie, disordini e migrazioni in massa. Eventi che i mass media preferiscono tacere. Ad esempio quanti di noi hanno sentito parlare degli 80 morti in Kenya nel luglio 2014 per una disputa tra cristiani e musulmani (la religione era un pretesto) per terre fertili, degli scontri tra pastori e agricoltori per l’avanzata del deserto nel Sahel, o la crescita del brutale esercito islamista Boko Haram in Nigeria che lo alimenta? Sono solo alcuni esempi ma si potrebbe continuare.
Il primo esodo di disperati è già in atto: immense città stanno proliferando nel continente dove nascono baraccopoli che ospitano, si fa per dire, la gente che arriva dalle zone rurali. Quando la situazione in queste immense aree sarà diventata insostenibile per chi vi abita, masse di migranti economici tenteranno di spostarsi verso paesi dove si dice esiste ricchezza e benessere: cioè verso l’Occidente. Saranno allora inutili le precauzioni come ad esempio il “Vallo di Adriano” o le legioni schierate sui confini, per contenere la pressione dei “barbari” sull’Impero Romano.
Ebbene, l’istituto citato indica le donne africane come la possibile salvezza da questa crescita inattesa che “metterà a dura prova risorse già fragili in Africa e in tutto il mondo”. Il declino della fecondità si può raggiungere solo con la crescita dell’autonomia e potere delle donne, naturalmente nell’istruzione, nella vita economica, sociale e politica. In altre parole gli uomini devono rinunciare al controllo della famiglia, dagli abusi e violenze delle mogli, specialmente se sono divenute consapevoli della necessità del controllo delle nascite. Una bella davvero gatta da pelare per una società maschilista come quella africana.
Ma esempi positivi di questa strategia vengono dalle Mauritius che ha ridotto il proprio tasso di fecondità da 6 a 1,5 figli per donna, e la Tunisia che è passata da 7 a 2.
Tuttavia, secondo me, non è solo con il controllo delle nascite che si risolverà il grave problema della crescita esponenziale della popolazione umana e la crescita aritmetica del cibo (ipotizzate da Malthus) e, soprattutto ,del venir meno delle materie prime che utilizziamo per la crescita economica, risorse che stanno esaurendosi. La Terra infatti è uno spazio finito.
Solo – e lo vo ripetendo continuamente – con l’abbandono dell’economia tradizionale di mercato in favore dell’economia verde e di uno stile di vita sostenibile potrà salvare l’Africa e il mondo intero.
(notizie tratte da Le Scienze – Aprile 2016)