Persone in fila anche sotto la pioggia per entrare nel Tempio di Nettuno
Nel ponte di Pasqua sono stati oltre 6000 i visitatori nel Parco Archeologico di Paestum, 1000 in più rispetto al ponte di Pasqua dello scorso anno. Sicuramente la possibilità di entrare all’interno del Tempio di Nettuno è stato un forte richiamo, ma anche nella giornata di Pasquetta, quando l’edificio è rimasto chiuso al pubblico, i visitatori sono stati oltre 2000.
L’apertura al pubblico del tempio di Nettuno, nelle giornate di sabato e domenica, è stata un grande successo. In tanti hanno colto l’occasione di passeggiare e scattare foto tra le colonne doriche dell’edificio dedicato al Dio del Mare.
«Sono molto soddisfatto di com’è andata – spiega il direttore del Parco Archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel – c’era un’atmosfera di pace, nonostante ci fosse tanta gente. Sembrava che il tempio fosse ritornato a vivere. Sia domenica che lunedì abbiamo dovuto prolungare di un’ora l’orario perché alla chiusura c’era ancora fila alla biglietteria». Nel 2015, la domenica di Pasqua concise con la prima domenica del mese, che per l’iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali “Domenica al Museo”, prevede l’ingresso gratuito. Eppure quest’anno si è registrato un aumento di visitatori.
«Questa per noi, oltre a un’offerta speciale per Pasqua, era anche una sperimentazione per capire come può funzionare l’apertura del tempio in maniera regolare e abbiamo visto che “yes we can”, si può fare. – prosegue Zuchtriegel – Da maggio faremo un sistema di alternanza per quanto riguarda le aperture, ma almeno un tempio sarà aperto sempre e sarà incluso nel percorso regolare di visita del sito archeologico».
Nelle intenzioni del direttore c’è anche l’apertura della Basilica a tutti: carrozzine e passeggini, perché diventi a tutti gli effetti un tempio senza barriere architettoniche. Perché tutti hanno il diritto di godere della bellezza dei templi e di viverne l’atmosfera.
L’apertura del tempio è stata possibile anche grazie alla vigilanza del personale del parco archeologico e dei volontari delle associazioni di protezione civile del territorio che a turno, si sono alternati per garantire la salvaguardia del monumento.