Marina di Camerota è, secondo la Guida Blu, una regina delle località balneari. Perché allora, visto che il clima sta cambiando rapidamente e la stagione calda di conseguenza si è molto allungata, non far iniziare anche la stagione turistica dal 1 aprile fino al 30 ottobre? (Ad Ascea però , la stagione dovrà iniziare il 1° maggio e terminare il 15 ottobre).
Pertanto la rinomata località balneare di Camerota lancia la “sfida vacanze”. I primi turisti di Pasqua troveranno così “gli stabilimenti balneari montati e pronti”. Parola del Consorzio degli operatori turistici di Camerota che vanta, secondo loro, “coste meravigliose, le spiagge più belle, le tradizioni, l’artigianato delle frazioni interne e l’enograstronomia”. E perché no! I turisti potranno curiosare anche “sul set del film Wonder Women” che si sta girando per conto del colosso americano Warner Bros sulle meravigliose spiagge di Marina di Camerota proprio adesso.
Sono queste le promesse di una pubblicità ricorrente del Consorzio (CAB). Peccato però che non si dica che dalla falesia (area Sic del Parco nazionale) sovrastante la Cala del cefalo si staccano massi, causa il dissesto idrologico, sulla strada litoranea, che l’Arco naturale è chiuso per pericolo crolli. Ma ancora: che il club ristorante Indian, ricavato proprio sotto la falesia, è stato sequestrato insieme alla discoteca Ciclope, dove è morto recentemente un ragazzo colpito da un masso caduto dalla volta della grotta-discoteca.
Ma per finire, che le passerelle sulla duna sono da tempo dissestate, e pertanto pericolose per chi vi transita per arrivare alla lunga spiaggia dove, detto tra parentesi, sono ritornate a deporre le uova le tartarughe marine dopo decine di anni, cercandosi un posticino rimasto libero tra la teoria di stabilimenti balneari, che non lasciano uno spazio libero tra loro, come previsto per legge.
Non è questa, secondo me, la pubblicità che occorrerebbe ad un’area meravigliosa. Il Consorzio dovrebbe puntare sulla ricchezza di biodiversità (per la duna il Protocollo d’intesa Parco e Cab prevede “Azioni attive di tutela e salvaguardia delle zone dunali a monte delle concessioni), di siti storici e preistorici importanti come le grotte alla base della falesia abitate da uomini di 700 mila anni fa. Grotte dove, lo ricordiamo, sono stati rubati i cancelli di ferro e davanti alle quali esistono posteggi auto che inquinano la base stessa delle rupi abitate dal falco pellegrino,dal corvo imperiale, dalle rondine di montagna, per citare qualche specie protetta.
E’ giusto ricordare che l’area dunale, è considerata “un sistema integro e completo” secondo i tabelloni del Parco, purtroppo ormai sbiaditi o rotti per incuria e mancanza di sorveglianza. Dulcis in fundo, i rifiuti sono ancora presenti nell’area, come l’amianto mai rimosso malgrado le numerose segnalazioni ed esposti, mentre la spiaggia è sottoposta da tempo all’erosione marina per mancato apporto di sedimenti del Mingardo, causato, manco a dirlo, da interventi dell’uomo. Il professore di geologia Ortolani, da tempo avverte che la rinomata spiaggia sparirà presto se non si provvede con interventi mirati.
Che senso ha dunque allungare la stagione balneare per Marina di Camerota quando viene meno il patrimonio naturale e culturale: patrimonio richiesto, secondo sondaggi autorevoli, dall’83% degli italiani e turisti stranieri? Si auspica infatti per le proprie vacanze un ambiente non inquinato, la natura incontaminata, un efficiente sistema di riciclaggio rifiuti, l’offerta culturale e la pulizia di spiagge e del mare: ovvero la qualità ambientale e l’integrità del paesaggio.