Il 26 e il 27 marzo sarà possibile passeggiare tra le colonne doriche
Harry Truman, trentatreesimo presidente degli Stati Uniti, Jacqueline Kennedy, Ratzinger dieci anni prima di diventare Papa: sono alcuni dei personaggi che negli anni hanno visitato. C’è una foto di Ratzinger del 1995 che lo ritrae seduto sulla base del tempio assieme al fratello.
Una volta i templi di Paestum facevano da scenografia a spettacoli teatrali e di danza. Poi si decise di chiuderli per preservarne l’integrità. Da allora i turisti hanno potuto ammirarne la bellezza soltanto dall’esterno, separati dalle imponenti colonne doriche da una recinzione di legno. Li hanno potuti guardare, hanno potuto girarci attorno, ma senza nemmeno sfiorarli. Eppure entrare in un tempio del V secolo avanti Cristo è un’emozione unica. Un’emozione che potranno provare i turisti in visita al Parco archeologico di Paestum sabato 26 e domenica 27 marzo, quando potranno entrare nel Tempio di Nettuno. Il direttore Gabriel Zuchtriegel ha deciso di inaugurare così una serie di aperture che non riguarderanno soltanto il tempio di Nettuno ma, a rotazione, anche gli altri due templi. E’ allo studio anche la possibilità di permettere l’accesso alle persone diversamente abili alla Basilica.
L’orario di apertura del tempio seguirà quello dell’area archeologica: dalle 8:30 alle 18:00.
“L’esperienza di entrare in un tempio greco di 2500 anni fa è qualcosa che bisogna condividere con tutti i visitatori – spiega il direttore Gabriel Zuchtriegel – Il primo giorno che presi servizio sono entrato e ho subito pensato che bisognava attivarsi in tal senso.”
Il Tempio di Nettuno, il meglio conservato dei tre templi di Paestum, risale alla metà del V secolo a. C. L’attribuzione è incerta, secondo alcuni in realtà era dedicato ad Apollo o a Zeus. Si erge su un basamento di tre gradini e comprende una peristasi di 6 x 14 colonne doriche. L’interno si divide in tre ambienti: il pronao, ovvero l’ingresso, la cella o naos, che custodiva la statua di culto e l’opistodomo. A est del tempio è possibile scorgere i resti di due altari, uno più grande risalente alla stessa epoca di edificazione del tempio, l’altro risalente al periodo dell’occupazione romana.