Sesso, giocare a calcio aiuta: flop a letto quasi dimezzati

Ecco l'ultima ricerca che riguarda il sesso. Vi sorprenderà.

Di Adnkronos

Ecco l’ultima ricerca che riguarda il sesso. Vi sorprenderà.

La partita di pallone non allontana le coppie, come cantava Rita Pavone in un refrain-tormentone degli anni ’60, anzi le avvicina. Di più: fa bene all’amore, abbattendo il pericolo di ‘flop’ sotto le lenzuola. Un effetto che ovviamente vale solo quando il campo erboso non si guarda in tv, ma lo si calpesta di persona. “Giocare a calcio per 45 minuti 2 o 3 volte a settimana riduce del 40% il rischio di disturbi sessuali maschili come la disfunzione erettile e l’eiaculazione precoce”. Parola degli andrologi della Sia, che nella Festa del papà lanciano la campagna ‘L’amore in gioco’, con testimonial illustri del mondo dello sport e della musica, guidati dall’ex ct della Nazionale azzurra Cesare Prandelli. Sette partite per diffondere messaggi di prevenzione e raccogliere fondi per enti benefici e di ricerca, ed esperti a disposizione per un ‘live counseling’ al pubblico. L’arma dello sport più gradito agli italiani, per vincere la ‘partita dell’amore’.

In base ai dati raccolti dalla Società italiana di andrologia su oltre 15 mila ragazzi dai 18 ai 20 anni, visitati e intervistati dal 1998 al 2010 in occasione di campagne di prevenzione, la probabilità di sperimentare disfunzioni sessuali è inferiore fra chi gioca a calcio, rispetto ai sedentari. Non solo: gli effetti positivi del rincorrere un pallone valgono anche per gli adulti e gli over 65, che vedono aumentare fino al 18% la capacità cardiorespiratoria. L’esercizio aerobico mantiene infatti le arterie pulite, ed evita la formazione di ‘tappi’ che impediscono al sangue di irrorare a sufficienza il pene sostenendo la performance sessuale.

Sono queste le premesse scientifiche dalla campagna Sia, sostenuta da Menarini. Tre gli appuntamenti già fissati. Il debutto è per il 2 aprile a Fano (Pesaro-Urbino), alle 15 allo stadio Mancini. L’appuntamento clou è in programma invece alle 20 del 9 aprile allo stadio Bozzi di Firenze, dove scenderanno in campo gli artisti della Nazionale cantanti e la Squadra di medici Sia, affiancati da ‘vip’ come Giancarlo Antognoni, Alberto Di Chiara, Christian Riganò, Gianfranco Monti, Paolo Ruffini, Pierluigi Pardo, Tiberio Timperi, Lorenzo Baglioni e The Jackal, guidati dal ‘super Mister’ Prandelli. Il ricavato sarà interamente devoluto a 2 Onlus fiorentine, CuretoChildren e Associazione Trisomia 21. Il 23 aprile seguirà un’altra partita allo stadio Castellani di Empoli (Firenze), alle 20.45.

“In occasione della celebrazione del 40esimo anniversario della Sia – afferma il presidente della società scientifica, Giorgio Franco – abbiamo scelto di veicolare messaggi di prevenzione e attenzione ai disturbi sessuali attraverso una campagna di sensibilizzazione che vede il calcio come protagonista, proprio perché i nostri dati dimostrano un netto beneficio. I 7 mila ragazzi del nostro campione che giocavano a calcio – riferisce l’andrologo – soffrivano di disturbi come eiaculazione precoce e disfunzione erettile nell’8,5 % dei casi (rispettivamente il 5% di eiaculazione precoce e il 3,5% di disfunzione erettile), mentre i 3 mila sedentari ne soffrivano nel 12,7% dei casi (7,4% e 4,4%)”.

“In generale – commenta Nicola Mondaini, responsabile della ricerca e coordinatore de ‘L’amore in gioco’ – un ragazzo su 3 soffre di disturbi dei genitali che nel 50% dei casi possono compromettere la fertilità, mentre nel 10% possono influire sulla futura sessualità. Il gioco del calcio, il più diffuso nel nostro campione, può invertire la tendenza”, assicura l’esperto. “Il miglioramento della circolazione – spiega Franco – si ripercuote su una miglior funzionalità sessuale, favorita anche dalla produzione di mediatori chimici come le endorfine e dall’incremento della sintesi di testosterone, un ulteriore elemento che concorre a modulare positivamente l’attività sessuale”.

“Naturalmente – precisa il numero uno della Sia – praticare qualunque attività sportiva, soprattutto aerobica, a livello amatoriale è positivo per il benessere generale e sessuale. Non ci sono sport che fanno male all’amore”, tiene a puntualizzare Franco. Tuttavia, “i nostri dati mostrano che il calcio risulta particolarmente benefico soprattutto a confronto con altri sport che invece, come già dimostrato da altri studi, potrebbero essere potenzialmente a rischio per la fertilità o la sessualità come il ciclismo, l’equitazione, il motociclismo per il traumatismo cronico sulla regione, o sport che espongono a traumi acuti come le arti marziali o la boxe. Praticato in sicurezza, facendo attenzione ad allenarsi bene per evitare i traumi, il calcio è un ottimo mezzo per restare in salute e vivere bene la propria sessualità”.

L’attività fisica e uno stile di vita sano restano dunque il primo pilastro per una vita sessuale ‘doc’. “Il calcio è un ottimo alleato ‘anti-flop’ – ribadisce Franco – ma se c’è un disturbo, è un’altra eccellenza nazionale la via per risolverlo: avanafil, l’ultima pillola dell’amore tutta italiana, in commercio da circa 2 anni, offre ai pazienti un’arma terapeutica sicura e efficace contro la disfunzione erettile. Con scarsi effetti collaterali anche al dosaggio più alto, pari a 200 mg, agisce con rapidità facilitando il paziente nella pianificazione dell’attività sessuale, per un approccio all’amore del tutto naturale”.

L’importante, se qualcosa non va, è rivolgersi tempestivamente all’andrologo: uno specialista ancora poco conosciuto nel nostro Paese, dove appena il 15% della popolazione sa chi sia e di che cosa si occupi. Per questo la campagna ‘L’amore in gioco’ punta anche a migliorare la consapevolezza dell’importanza dei controlli fin dalla giovane età.

“Abbiamo scelto questo titolo – conclude il presidente della Sia – perché l’amore, come il calcio, può certamente essere considerato un gioco. Ma allo stesso tempo è anche una ‘partita’ sotto le lenzuola, che come ogni partita si vuole vincere. Nel calcio sono 3 gli elementi fondamentali: i giocatori, che nella partita dell’amore sono rappresentati dall’apparato riproduttivo maschile che deve essere curato con le armi terapeutiche più moderne ed efficaci; l’allenamento, identificato da un corretto stile di vita del paziente, e infine il Mister”, l’allenatore impersonato “dall’andrologo in grado di stabilire la tattica migliore per evitare la sconfitta, prescrivendo farmaci adeguati”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version