Pierluigi Caroccia, il bagnino eroe, passa dalla ragione al torto. Per il tribunale non ha agito come avrebbe dovuto.
Si gettò in mare per salvare due giovanissime che rischiavano di annegare, ma non avrebbe dovuto, secondo la legge, almeno in quel modo, ovvero senza rispettare alcune prescrizioni di sicurezza. E’ quanto in sintesi racconta una sentenza del Tribunale di Salerno. I fatti risalgono al 2012 e avvennero a Capaccio, in località Laura: il bagnino Pierluigi Caroccia (all’epoca 21enne) si tuffò in mare vedendo due ragazzine in difficoltà che rischiavano di annegare. Queste ultime furono messe in salvo ma il giovane finì in coma e dovettero intervenire altri tre bagnini per salvarlo. Ha combattuto a lungo tra la vita e la morte prima di riprendersi ed ora, oltre al danno la beffa perché a distanza di quasi 4 anni da quella vicenda, quello che è stato ribattezzato il “Bagnino eroe” è passato dalla ragione al torto. Secondo il giudice, infatti, Caroccia non potrà avere un risarcimento dal datore di lavoro. Il processo si è aperto per presunte irregolarità dello stabilimento balneare dove avvenne il fatto. Questo disponeva, secondo le accuse, di solo un bagnino a fronte dei due prescritti considerato che l’area di estensione del lido superava gli 80 metri. Caroccia, inoltre, avrebbe agito senza rispettare le dovute prescrizioni, ovvero il ragazzo non sarebbe dovuto intervenire “a mani nude”. Fatti questi, che hanno visto respinta la richiesta del giovane, considerato anche chi i bagnini, il giorno prima dell’incidente, sarebbero stati effettivamente due. “Passare dal torto alla ragione in un sol colpo. In Italia si puó – commenta Pierluigi Caroccia – Per lo Stato forse dovevo morire quel giorno..anzi non solo per lo Stato”. Agendo diversamente, insomma, non avrebbe messo in pericolo sé e gli altri. Sulla sentenza sarà presentato ricorso. Intanto alcuni contenuti proprio della sentenza hanno scatenato la rabbia di alcuni cittadini, soprattutto per le parte relativa alle modalità di intervento.
La vicenda risale al 27 giugno del 2012: presso il Lido Laura due bambine di circa 10 anni stavano giocando in mare, nonostante la bandiera rossa, quando la corrente ha rischiato di farle annegare. Pierluigi si tuffò in acqua e le raggiunse ma una delle due, in preda al panico, si aggrappò al suo collo facendolo andare a fondo. A quel punto perse conoscenza e per salvarlo intervennero altri tre bagnini del lido Nettuno. Ha combattuto a lungo tra la vita e la morte presso l’ospedale di Agropoli.