Amministratori lucani e campani alla Certosa di Padula contro le istanze idrocarburi della Shell.
La OLA Organizzazione lucana ambientalista ha comunicato che in merito alla richiesta di Shell Italia E&P Spa per l’avvio della procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) relativa al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Monte Cavallo”, nei territori di confine tra Val d’Agri e Vallo di Diano, si terrà il il 12 marzo alle ore 16,00 un’assemblea pubblica nella Certosa di Padula.
Già l’11 marzo a Sasso di Castalda si svolgerà un Consiglio comunale aperto a cui parteciperanno i sindaci dei municipi interessati e gli amministratori delle Province di Potenza e Salerno.
La decisione di incontrarsi alla Certosa di Padula è stata presa a Salerno dal Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi e dal Presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora. Il sindaco di Padula ha offerto la disponibilità della prestigiosa sede della Certosa.
L’obiettivo è quello di coinvolgere i territori affinché, entro il prossimo 15 marzo, tutti gli enti destinatari dei progetto della Shell presentino le proprie osservazioni.
Il Presidente della Provincia di Potenza, su mandato del Consiglio Provinciale. ha intrapreso analoghe iniziative in Basilicata al fine di proporre, nei termini prescritti, le osservazioni alle procedura di V.I.A. per le analoghe istanze riferite ai permessi di ricerca denominati “Monte Cavallo” e “La Cerasa”.
“Vogliamo unire le forze dei due territori per dire con maggiore forza il nostro “no” alle trivellazioni – ha sottolineato il consigliere della Provincia di Salerno, Paolo Imparato – ed abbiamo il dovere di difendere e salvaguardare la natura e l’ambiente ed ieri lo abbiamo ribadito nell’incontro tra le Province di Salerno e Potenza”.
Mi permetto di suggerire e ricordare ai rappresentanti delle istituzioni quanto già da tempo sostenuto: devono assumere una responsabile azione, oltre a presentare relazioni di opposizione al rilascio del parere VIA ministeriale: devono esprimere una precisa posizione istituzionale per obbligare le regioni ad attuare il Testo Unico dell’Ambiente che impone la perimetrazione e tutela dei bacini idrogeologci naturali che alimentano l’acqua potabile.
Per quanto riguarda il permesso Monte Cavallo la richiesta deve essere ben precisa: il permesso deve essere annullato in quanto insiste sulle rocce serbatoio che rappresentano il serbatoio naturale dell’acqua potabile che alimenta oltre 4000 litri al secondo.
Richiesta analoga deve essere sostenuta energicamente per il permesso Muro Lucano che insiste sulle rocce serbatoio che alimentano oltre 4000 litri al secondo in Campania tra le sorgenti di Quaglietta, Contursi Terme e fiume Bianco.
Stessa richiesta circa il permesso Nusco che insiste sulle rocce che alimentano le sorgenti di Cassano Irpino e Caposele, vale a dire su oltre 7000 litri al secondo che riforniscono la Puglia.
Richiesta semplice, diretta e di buon senso.
Al posto dei permessi di ricerca petrolifera devono essere istituiti i Santuari dell’Acqua Potabile come tutela assoluta e invalicabile per proteggere l’acqua potabile.