L’accusa: Pro Loco strumento dell’amministrazione comunale.
Nuove polemiche sulla gestione della Pro Loco SviluppAgropoli. Alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle nei giorni scorsi avevano tentato di tesserarsi, venendo però esclusi. A finire nel mirino l’atteggiamento provocatorio degli attivisti. Questi ultimi lo scorso sabato hanno tentato nuovamente di tesserarsi all’associazione agropolese. Risultato? Nuova esclusione. “Ci siamo sentiti come di fronte a una fatua islamica – tuonano dal Movimento – Nessun appello, una sentenza di primo grado emessa sulla base di una presunzione di “colpevolezza”.
Gli attivisti, poi, ammettono che “qualcuno si era spinto a chiedere qualche informazione sui verbali direttivo, negateci, e sulle fonti di finanziamento, per la maggiore soldi pubblici”, questo solo perché “”il Comune di Agropoli il maggiore finanziatore di talune attività di questa associazione, si di natura privatistica, ma con valenza di pubblica utilità sociale e con rilevanza di interesse pubblico”. Il riferimento e ai vari eventi organizzati come “la due notti del Presepe Vivente (€ 10.000) e per la Corrida di Carnevale (€3.500,00). A questi si sommano le erogazione dei privati quali ad esempio la BBC dei Comuni Cilentani, altro sponsor principale”.
Sotto accusa anche l’affidamento dei locali di via San Pio X alla Pro Loco, effettuato senza alcun bando.
“Crediamo che il ruolo delle associazioni pro loco, e di tutte le altre, sia nel valore sociale delle medesime liberamente costituite e nelle loro attività che non possono non essere espressione di partecipazione, di solidarietà e di pluralismo”, evidenziano dal Movimento 5 Stelle, secondo cui però, “Questo non è stato nel caso della ProLoco agropolese, che in barba a tali principi nel caso specifico si è presentata più come uno strumento operativo della amministrazione comunale, che è solita da tempo operare una politica clientelare della peggior specie. Non mi sorprenderebbe a questo punto che a specularne politicante siano proprio loro. L’iscrizione al PD locale di buona parte, se non di ognuno di loro non è un mistero. E che tale associazione si trasformasse nell’ennesimo serbatoio di voti da capitalizzare alle prossime elezioni comunali è piuttosto verosimile”, concludono.