Museo archeologico vietato ai visitatori, scatta l’esposto in Procura

L'iniziativa è di Bruno Durante che sollecita l'apertura della struttura.

Di Katiuscia Stio

L’iniziativa è di Bruno Durante che sollecita l’apertura della struttura.

LAURINO. Museo Archeologico vietato ai visitatori, scatta l’esposto alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania ed alla Corte dei Conti di Salerno in cui si denuncia la scarsa attenzione della Sovrintendenza all’apertura del polo museale.

Il Museo è stato ultimato nel 2009 ed è collocato all’interno del convento di Sant’Antonio e raccoglie circa 400 reperti. Il progetto, costato decine di migliaia di euro al Comune, non è mai decollato.
«Dopo oltre 9 anni, a tutt’oggi, il Museo viene tenuto chiuso ed interdetto sia alle visite che all’accesso degli organi comunali compromettendo ogni politica culturale e di sviluppo economico del paese», si legge nell’esposto. Manca l’ok della Soprintendenza più volte sollecitata dall’amministrazione senza mai ottenere, però, una risposta.
Tempo fa il sindaco Romano Gregorio affermava che aveva proposto un accordo all’Ente ministeriale con cui si garantiva l’apertura della struttura con personale qualificato per otto ore al giorno e per l’intero anno. «Ma ad oggi è tutto fermo. La struttura è sigillata e l’accesso non è consentito». Da qui la rabbia e l’indignazione del dott. Bruno Durante che scrive per ottenere la riapertura.

«Fin dagli anni ’70 esisteva in Laurino un antiquarium che raccoglieva ed esponeva in tre sale i reperti archeologici frutto degli scavi effettuati nel territorio dei comuni di Laurino, Campora e Stio risalenti alla Cultura del Gaudo e a quella a Appenninica. Ritenuti insufficienti gli spazi espositivi e le sale poco salubri, la Sovrintendenza ai Beni Archeologici sollecitava il Comune di Laurino a trovare o creare ex novo una sede più adeguata e consona all’importanza dei reperti e alla fruizione del Museo – scrive Durante – Il Comune aderiva alla richiesta impegnando con apposito progetto e con il contributo del Parco del Cilento l’importo di oltre 50.000 Euro e approntava in particolare il necessario sistema di allarme. La Sovrintendenza si impegnava col Comune a stipulare una Convenzione che prevedeva l’assunzione da parte del Municipio della apertura, sorveglianza e sicurezza del nuovo Museo con personale proprio, senza nessun onere per la stessa Sovrintendenza. Il nuovo Museo, organizzato con i più moderni metodi espositivi era terminato nel corso del 2007 nel Convento di Sant’Antonio. Dopo oltre 9 anni, a tutt’oggi, il Museo viene tenuto chiuso ed interdetto sia alle visite che all’accesso degli organi comunali compromettendo ogni politica culturale e di sviluppo economico del paese».

Nell’esposto si pone all’attenzione degli organi competenti e si chiede «di valutare qualsiasi ipotesi di violazione, comportamenti colposi o dolosi, nonché l’eventuale contestazione del danno erariale».

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