Accuse sul rapporto tra comune e Unione dei Comuni Alto Cilento.
“Per assicurare il pagamento dei debiti, all’Unione dei Comuni Alto Cilento è stato erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti un prestito da oltre 3 Mln d’Euro con contestuale variazione di bilancio. L’intervento si è reso necessario allo scopo di poter procedere al pagamento di debiti al 31-12-2014 afferenti al servizio del ciclo integrato dei rifiuti svolto per conto del Comune di Agropoli”. L’accusa arriva dal Meet Up del Movimento 5 Stelle secondo cui il comune di Agropoli dovrà farsi carico delle rate del prestito per i prossimi trent’anni. “L’Unione – spiegano gli attivisti – ha addirittura ipotecato l’IMU del Comune di Agropoli direttamente all’Agenzia delle Entrate, qualora la tariffa rifiuti non venga recuperata o non sia sufficiente al pagamento delle rate”.
“Nell’approvare la delibera di variazione di bilancio – si legge in una nota dei 5 Stelle – i sindaci di Laureana e Cicerale Serra e Carpinelli componenti dell’Unione, spronati dall’opposizione, avevano chiesto formalmente una presa d’atto da parte del Consiglio Comunale di Agropoli che doveva recepire la delibera unionale, con espresso impegno ad accollarsi le rate del prestito nei confronti di Cassa DD.PP. S.p.A, entro 60 giorni dal 28-11-2015. Il Presidente Alfieri di risposta aveva affermato e promesso che non solo si sarebbe provveduto al recepimento della deliberazione di Consiglio dell’Unione, ma si sarebbe proceduto anche con la stipula di apposita convenzione. L’atto di delibera doveva essere poi formalmente trasmesso al Comune di Agropoli – Servizio Finanziario e al Consiglio Comunale di Agropoli per l’adozione degli atti conseguenti e consequenziali”.
Ad oggi, però, la delibera dell’Unione non sarebbe stata trasmessa al comune agropolese. “Crediamo che il fatto costituisca una grave omissione di atti d’ufficio, speriamo non atta a non far transitare un debito non ascrivibile e non sostenibile nel bilancio 2015 del comune già profondamente martoriato di per sé dal carico debitorio proprio dell’ente”, conclude la nota.