Morto uno dei più grandi artisti salernitani, autore dei “Quadri che fissano gli occhi”.
E’ venuto a mancare nella sua abitazione di Agropoli Andrea Guida, uno dei più grandi artisti salernitani. Aveva 90 anni. Nella sua vita si era sempre dedicato con passione all’arte, esordendo a Roma verso la metà del secolo scorso, con una personale che esaltava i temi che tormentavano e tormentano il Mezzogiorno d’Italia. Negli anni ha esposto i suoi lavori in Italia e all’estero, a Ginevra, Zurigo, Boston Montclaire, Lussenburgo, ricevendo sempre ottime recensioni. Tema comune delle sue opere la gente umile del Sud Italia. Nel 1998, per il cinquantenario delle lotte agrarie, ha percorso i vari centri della Basilicata con una mostra itinerante sul mondo contadino e ha donato al comune di Tricarico tre opere che ricordano la rivolta dei braccianti, l’occupazione delle terre e la morte di Rocco Scotellaro. Il centro a lui intitolato, di recente ha acquisito alcune opere per l’allestimento permanente del museo. Una delle più interessanti sperimentazioni artistiche è la sua collaborazione con il poeta salernitano Alfonso Gatto. Ecco cosa disse di lui: “Questo originale e solitario pittore del Cilento vive nel tempo e fuori dal tempo con un’immobilità perfetta, si potrebbe dire religiosa, di osservatore e di memorialista. Del tempo, più che le notizie e la storia credo abbia il sentimento,che è proprio dei poeti: della cronaca, che è tutta portata via dalla sua ansia di passare, egli raccoglie e ferma l’evento che dia dell’uomo, della sua famiglia d’erbe e di animali, un’immagine durevole e riavvicinata alle altre memorie che ne tramandano le effigi e il silenzio, più che la parola. Vivendo e lavorando in due grandi città morte che vivono rivelandosi ogni giorno all’indagine e all’occhio degli scopritori, prima Paestum, poi nell’Elea di Zenone, a pochi chilometri da Marina d’Ascea, dove è nato, il pittore Andrea Guida vi ha trovato radici, più che suggestioni e soggezioni culturali: il rispetto dell’ antico, semmai, era all’altezza dei pensieri che andava facendo sull’uomo e sulla condizione contadina, tra la vita e la morte. Nel vivo delle colorazioni, nella primordialità caratterizzante del segno, sempre vincente, sempre preminente nella sua disputa visionaria, Guida realizzava già dai primi esempi una pittura povera, la cui ricchezza era tutta interiore, meditativa, riassunta in una semplificazione espressionistica quanto accusatrice. E tutto questo fuori da ogni impegno ideologico e dagli innegabili aiuti indicativi che la polemica dà semmai con la meraviglia che può suggerire la scoperta di una cultura e di un’arte interessate ai vivi più che ai morti, al non-sapere più che al sapere. Credo che le qualità riconosciute ad Andrea Guida da altri critici (da Russoli a Morini a Bovi) sono tutte confermate e a oltranza”.
Nel 2012, per festeggiare i suoi 50 anni di attività fu organizzata una sua mostra personale intitolata proprio “Quadri che fissano gli occhi”.
Le esequie sono in programma domani, domenica 14 febbraio, alle 12.15, presso la chiesa del Sacro Cuore.