Punti nascita a rischio. Il nuovo piano potrebbe portare tagli nel Cilento e Vallo di Diano.
Tra le falle della sanità sul territorio salernitano c’è quella dei punti nascita. I tagli sono stati annunciati da tempo, scatenando numerose polemiche incentrate come sempre sui numeri. Il sistema nazionale, infatti, si basa sui volumi di attività e consente deroghe solo in casi particolari: posizione geografica disagiata, difficoltà di collegamenti, per Isole e Comuni montani che abbiano elisoccorso operativo h. 24. Oltre alla numerosità dei parti si valuta anche la disponibilità h 24 di ginecologi, pediatri neonatologi e ostetriche, e la presenza a corto raggio di una Tin euna subintensiva per le madri.
In Provincia di Salerno, nella lista nera dei punti nascita da chiudere indicati da Il Mattino, oltre a strutture come Oliveto Citra e Eboli che sin dal 2011 avrebbero dovuto confluire a Battipaglia, ci sono Sapri e Polla. Il Fucito di Mercato San Severino e Cava dei Tirreni (per ora salvato dal Tar) dovrebbero confluire nel Ruggi di Salerno. Segnato il destino dell’ospedale di Vallo della Lucania.
Ma i problemi non sono soltanto per il pubblico ma anche per il privato accreditato. In tal senso rischia la Malzoni di Agropoli. L’ultimo Piano ospedaliero targato Caldoro, bocciato dal ministero, concedeva deroghe solo nelle zone disagiate (Ariano Irpino, Piedimonte, Sessa Aurunca, Ischia, Sapri e Vallo della Lucania). Il nuovo piano, invece, potrebbe presto definire il ridimensionamento