Tra polemiche e contestazioni lo scorso 21 gennaio è entrato in vigore il decreto Lorenzin sulla sanità ed in particolare sulle prescrizione mediche.
Da poco più di una settimana (21 gennaio) è entrato in vigore il cosiddetto “decreto Lorenzin” sull’appropriatezza delle prescrizioni approvato il 9 dicembre 2015. Cambia radicalmente il rapporto fra pazienti e medici, soprattutto quelli di famiglia. I medici d’ora in poi potranno “segnare” determinate prestazioni a carico della Servizio Sanitario nazionale, fra cui esami radiologici o analisi di laboratorio, soltanto se saranno soddisfatte determinate condizioni, cioè se il malato corrisponde ai criteri per cui la prestazione in questione può essere garantita gratuitamente (salvo il ticket) dallo Stato. Fra questi esami ce ne sono anche alcuni molto comuni, e che, finora si era abituati a chiedere o a sentirsi proporre comunemente dal dottore, come per esempio il “colesterolo”. Ora, invece, potrebbero esserci limitazioni nella prescrizione in base all’età o al tempo dall’ultima esecuzione dell’esame. Lo stesso potrebbe accadere per la Tac o per esami del sangue, come alcuni che riguardano la funzionalità epatica e così via (in tutto sono più di 200 le prestazioni elencate nel decreto). In medico dovrà riportare il numero-nota nella prescrizione insieme alle lettere che indicano le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza.