Ostigliano, “confine del Cilento”: rivalutazione di alcuni scenari etimologici sulla “Via dell’Alento”.

Di Giuseppe Conte

Ostigliano è situato sul versante opposto di una collina che fa da sponda all’invaso artificiale dell’Alento. La diga sbarra il fiume laddove, un tempo, si confinava il Cilento.

L’abitato occupa una minima parte della zona medio-alta della collina: il resto è costituito da appezzamenti che in passato erano interamente destinai alle colture e – storicamente – rientrano tra i possedimenti del paese. L’estensione territoriale non ha subito variazioni in termini di “spazio” seppur sia cambiata la zona destinata ad uso abitativo. E anche la popolazione non ha mostrato discrepanze nel corso dei secoli, escludendo periodi marcati da condizioni epidemiche e malsane che, come nel resto del territorio, hanno talvolta stravolto la demografia. L’assetto geologico, invece, ha influito solo sull’ubicazione spaziale senza interferire sulla quantità di abitanti.

Diverse sono le ipotesi che rivendicano l’etimologia del toponimo “Ostigliano”, vagliate già in passato. Tuttavia, poca attenzione è stata data all’accezione che riconduce direttamente alla “Storia del Cilento”.
Tiene testa l’ipotesi che accosta l’origine al gentilizio Hostilius (o Ostilius) o ancor più Hostiglianus, prenome comune all’epoca dell’antica Roma (basti pensare all’imperatore Caius Vibius Hostiglianus operante nel triennio 249-251 d.C.). Studi filologici sui toponimi di alcune località del Mezzogiorno d’Italia, fanno dedurre che le loro terminazioni in –ano calchino il significato di possesso ed è inflessione di nomi gentilizi. In riferimento agli insediamenti, assumono particolare valenza proprio i suffissi -ano/-ana, di origine latina. E ancora, i toponimi con suffisso in -ano/-ana si sono formati dall’aggettivazione del nome del proprietario del fondo sul quale è sorto l’insediamento, definiti prediali. Nel solo Cilento insistono diversi casi riconducibili a tali considerazioni: Casigliano, Omignano, Prignano, ecc.

Altra teoria abbraccia la conformazione geografica in modo improprio. Anche il tal caso abbiamo diverse conferme nel Cilento come Terradura e Monteforte. Si tratta di casi estremamente caratterizzanti mentre nel nostro contesto assume una sfumatura “più profonda” giustificata dalla “costrizione geografica” più che dalla sua effettiva conformazione. «Ostico» da hosticus (ostile) derivazione di ostis (nemici). Essendo il paese posto in posizione non tipica rispetto agli insediamenti del passato e nel caso specifico “non avvistabile” dai territori limitrofi o “ostile”, nel senso di “poco adatto. È possibile, dunqe, che abbia sortito il nome da quest’ultimo aspetto.

Accettabile teoria riconduce ad «ostio» (apertura) da ostium (bocca). Secondo le dicerie popolari, in passato l’abitato sorgeva a ridosso delle sponde del fiume Alento «laddove il fiume viene allo scoperto», poiché, proprio dove oggi sorge l’invaso artificiale dell’Alento, il fiume incontrava il Cilento Storico, l’«Antico Cilento» corrispondente all’attuale massiccio conico del Monte Stella.

Il nome Ostigliano potrebbe essere la diretta conseguenza della sua funzione. Se la memoria degli avi non mente, nel tramando delle loro leggende, circola voce che un tempo un abitato sorgeva nell’attuale contrada San Simone, pressappoco ad ovest dell’esatta traiettoria che unisce due punti, identificabili nella omonima località e il muraglione che col suo sbarramento ha dato origine all’invaso artificiale dell’Alento. “Laddove il fiume viene allo scoperto” e, a rigor di logica, non in posizione casuale ma mirata e di una certa importanza per tutto il Cilento Antico. Stando a queste congetture Ostigliano costituiva una dogana che regolava l’accesso per e dal Cilento. Un importante crocevia che metteva in comunicazione la parte costiera con l’entroterra, per poi addentrarsi e accedere al Vallo di Diano dopo aver superato il passo della “Pretta Perciata” a Magliano. Trasversalmente univa le pianure pestane con quelle eleatiche, terre dalla storia millenaria e dalla florida economia. Garantiva la comunicazione e i conseguenti scambi commerciali attraverso una via naturale: quella dell’Alento, costeggiando parte del bacino fluviale. Un’ipotesi questa, di notevole “nobiltà storica”, che eleva Ostigliano a “baluardo” d’importanza strategica per tutto il Cilento. A sostegno di tale ipotesi il toponimo “Stio” – paese posto a poca distanza da Ostigliano e in posizione dominante -, che sorge proprio dove l’Alento ha le sue sorgive. Secondo alcuni studi l’etimo “ostium” ha potuto originare “Stio”, col significato di apertura/bocca e più propriamente “porta”: la porta del Cilento. Probabilmente, quest’ultimo era la via d’accesso all’antico “Stato di Magliano”.

In conclusione, il bacino del fiume tra Stio e Ostigliano, era il primo tratto di un’arteria naturale e regolamentata: la “Via dell’Alento”. Una storia lunga e travagliata che avrebbe tanto da raccontare…

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