Il Comitato a Napoli per portare la situazione della Sicignano-Lagonegro davanti a RFI, Trenitalia e Regioni
Ieri mattina, nella suggestiva cornice del Palazzo delle Arti a Napoli, si è svolta la presentazione del rapporto Pendolaria 2015 a cura di Legambiente. Un documento molto importante, poichè mette in luce i problemi dei pendolari, le arretratezze del trasporto pubblico su ferro e le possibili migliorie per rendere più facile la vita di chi quotidianamente viaggia in treno.
Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro era presente, risultando l’unica delegazione di questo tipo giunta a Napoli. A coordinare i lavori Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, che ha posto l’accento sullo stato dei trasporti meridionali come l’Alifana, la Circumvesuviana, la Salerno-Potenza.
Buonomo ha sottolineato come da Salerno sia più facile raggiungere Roma, Milano e Venezia che il Vallo di Diano.
Il discorso si è imperniato sul fatto che dove ci sono treni, anche regionali, aumenta il turismo e gira meglio l’economia. Un concetto ribadito spesso dal Comitato pro Sicignano-Lagonegro anche sul Vallo di Diano, “che rientra perfettamente nell’assurda fotografia dell’arretratezza ferroviaria del Sud”. Lo sperpero di denaro pubblico, la distrazione delle regioni e gli scarsi investimenti sono secondo Zanchini le spie della questione meridionale. “Occorre investire in opere utili perchè le risorse ci sono, ma vengono spesso indirizzate verso altre priorità e non verso i treni più nuovi per raggiungere gli standard europei, o verso il rafforzamento della cadenza dei convogli regionali. Ogni giorno viaggiano 5-6 milioni di pendolari: un paese civile – ha concluso Zanchini – dovrebbe avere come obiettivo arrivare a 10 per modernizzarsi e diminuire l’inquinamento”.
Successivamente ha preso la parola l’assessore ai Trasporti della Regione Basilicata Aldo Berlinguer, il quale ha affermato la presenza di due Italia, una a Nord e una che si ferma a Salerno. Lo spopolamento della regione lucana, ad esempio, è dovuto alla mancanza di investimenti. “Bisogna dimenticare il paradigma costi/ricavi – ha detto l’assessore – e ragionare su costi/ricavi potenziali per far ripopolare alcune zone e portare turismo intercettando l’enorme domanda che c’è sull’Italia. Per quanto concerne la Basilicata, occorre cogliere la sfida di Matera capitale europea, se si pensa che c’è ancora la ferita aperta della linea da Ferrandina incompleta che fa di Matera l’unico capoluogo senza stazione”. Citando la possibilità di recuperare tracciati abbandonati a fini turistici, ha ceduto la parola agli esponenti delle regioni Puglia e Calabria. Sono poi intervenuti Gianpiero Strisciuglio di RFI e Orazio Iacono di Trenitalia. Quest’ultimo ha sottolineato come le ferrovie siano semplicemente dei partner dei loro clienti, che commissionano il servizio da svolgere, evidenziando anche la situazione economica con molte regioni (soprattutto del Sud) morose e al centro di piani di rientro per estinguere il debito.
A questo punto è intervenuto il presidente del Comitato Rocco Panetta, lanciando un autentico grido di rabbia e di dolore all’attenzione della platea: “caso unico in Italia, la Sicignano-Lagonegro, vittima della modernizzazione ferroviaria vista la sua contestuale chiusura all’elettrificazione della Salerno-Potenza che risulta essere una delle peggiori linee d’Italia. Nel Vallo è stata abbandonato qualsiasi diritto: invalidi, diversamente abili, ciechi non possono viaggiare perchè hanno solo autobus non adatti al trasporto di queste persone. Le grandi opere, come la SA-RC, non hanno portato un solo turista in più alla certosa di Padula, che anzi ha visto la diminuzione del flusso turistico. Serve il treno, in poche parole”. La risposta al dottor Panetta è arrivata dal presidente della Commissione Trasporti della Campania Luca Cascone, il quale senza negare la necessità del treno nel Vallo ha fatto capire che gli enormi debiti lasciati dalla precedente gestione costringono ad una politica che non può investire perchè ha difficoltà a mantenere anche gli scarsi servizi attuali. Si è conclusa così la mattinata: per il Comitato ancora una volta la soddisfazione di aver portato davanti ai vertici di Regioni e Ferrovie il grido di dolore della Sicignano-Lagonegro, anche se resta tanta la strada da fare perchè come evidenziato proprio dal rapporto Pendolaria, al Sud non si investe e si persegue in quest’arretratezza a tratti spaventosa dal punto di vista ferroviario.