I templari a Caggiano tra storia miti e leggende

Caggiano, il paese dei templari: la storia, i miti e le leggende.

Di Redazione Infocilento

Caggiano, il paese dei templari: la storia, i miti e le leggende.

L’ordine dei Cavalieri Templari, o Cavalieri del Tempio di Salomone, rappresentano il più antico ordine religioso cattolico e cavalleresco del Medioevo. Nati nell’ambito della prima crociata in Terra Santa nel 1099 sotto il comando, tra gli altri, di Goffredo di Buglione con lo scopo di liberare dapprima queste terre dalla occupazione di briganti e infedeli e poi proteggere i pellegrini che si recavano a Gerusalemme per visitare il santo sepolcro, le cronache li collegano, in una sorta di improbabile “filo rosso”, ai miti l’Arca dell’Alleanza, Santo Graal, Tempio di Salomone, le sette filo esoteriche dell’antichità e/o del mondo musulmano, i Catari e per finire alla Massoneria moderna. La regola dell’ordine riprendeva i dettami benedettini della castità, obbedienza e povertà, ma ben presto la “causa” di Cristo si intrecciò, con la “causa” economica rendendo i Cavalieri del Tempio anche l’ordine più ricco. Un potere economico che crebbe in maniera esponenziale nel 1136, quando al Gran Maestro Ugo di Payns succedette Roberto di Graon il quale oltre alle sue proprietà in Palestina incrementò i suoi possedimenti anche in Europa ed in particolare in Puglia ed in Campania. Ed è a questa fase storica che, probabilmente, risale il “Castello- Tempio” di Caggiano: “…sotto un colle distante mezzo miglio dall’abitato, verso settentrione esistono i ruderi di un monasteri sotto il titolo di S. Agata che ha dato il nome alla contrada.” (Alessio Lupo).
Gli storici, inoltre, ritengono che questo tempio sia stato eretto nel Vallo di Diano poichè facente parte di quel percorso obbligato che i pellegrini cristiani compivano per recarsi nei porti dell’Adriatico ed imbarcarsi sulle navi dirette in Terra Santa. I Templari “caggianesi” traevano le loro ricchezze sia dai proventi delle proprietà terriere, e sia dai “donati” dei piccoli vassalli. Un grande rettangolo fortificato dalle mura di cinta e circondato dal fossato, così appariva ai pellegrini il tempio dedicato alla vergine S. Agata. La cappella, poi, posizionata al centro, era “cintata” sia dai dormitori per i pellegrini, sia dalle cucine e dai granai. Immancabili, infine, le sale d’armi. Sul tetto del monastero svettava fiera la bandiera dell’ordine, di colore argento con al centro la croce vermiglia. Dominato dai cavalieri dal cranio raso e dalla barba lunga, il tempio si serviva di operai e di aiutanti del luogo che svolgevano le più umili mansioni, ogni reparto era adetto ad un compito preciso che andava dal pattugliamento delle strade alla protezione dei pellegrini verso il capoluogo salernitano. Attualmente ciò che resta del monastero sono soltanto le mura esterne visibili tra le sterpaglie che sovrastano il colle. Come accennato, la storia dei Templari incontra la storia di Cristo e del Santo Graal. La leggenda, infatti, vuole che i nobili cavalieri lo abbiano custodito gelosamente creando così l’atmosfera ideale al nascere di numerose leggende ancora oggi fonte di ispirazione per scrittori e registi. Varie e singolari le teorie in merito, c’è chi asserisce si tratti della coppa che Gesù usò nell’ultima cena, oppure la stessa che custodiva il sangue di cristo morente, o ancora il sangue regale incarnato dalla Maddalena “sposa” del Cristo ed inattesa del suo “erede” dando vita così alla discendenza dei Merovingi. L’ordine templare fu soppresso nel 1312 da papa Clemente V con la bolla “Vox Clementis” che li accusò di eresia e di stringere rapporti di fratellanza con i vicini musulmani, il papa ordinò anche la dispersione di tutti i beni. È probabile che la stessa sorte toccò ai templari di Caggiano. I loro beni, infatti, furono devoluti all’ordine dei cavalieri di Malta detentori di una sorta di casa ospizio in contrada San Giovanni, ricevendo così una ricchezza pari a 200 tumuli di terreno e di 615 once, un valore eccezionale per quel tempo.

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