Ordinanza per il ristorante L’Uorto: saranno abbattute le opere abusive. Il sindaco: “Finalmente trionfa la legalità”.
Dopo anni di contenzioso si conclude la questione tra il Comune di Santa Marina e due privati cittadini, rispettivamente Nicola Giudice, Presidente dell’associazione socio-politica “La Svolta”, proprietario del locale “L’Uorto” e il rappresentante amministratore. È stata, infatti, emessa dal dirigente dell’ufficio tecnico, un’ordinanza di annullamento della concessione edilizia in sanatoria prot. n.1311, pratica edilizia n. 44/97 rilasciata in favore di Nicola Giudice, in qualità di proprietario delle particelle n. 306 e 307 del foglio 31, ex art 40 legge 47/85 ed ex art 39 legge 724/9, pubblicata il 4 dicembre del 2015, che riguarda anche la demolizione di opere abusive e rimessa in pristino. Il Comune nella pratica di riesame, sulla base degli atti conservati in archivio, ha potuto constatare la discordanza di quanto dichiarato nell’istanza di condono. Precisamente, nel titolo d’acquisto del 1994 si dichiara che non esistono opere abusive, mentre nel 1995 il signor Nicola Giudice dichiarava che le opere abusive da condonare erano state realizzate prima del 1994. Dichiarazioni contraddittorie e quindi false. Sulla base di questa dichiarazione mendace il Comune nel 1997 ha rilasciato il condono edilizio. Durante il sopralluogo effettuato in data 12.03.2015, oltre alle opere condonate con false dichiarazioni, risultavano presenti ulteriori abusi realizzati successivamente: un unico manufatto, totalmente abusivo, per ubicazione, dimensioni planimetriche, dimensioni volumetriche, per altezze, prospetti, per tipologia costruttiva e destinazione d’uso, da quello ammesso nella sanatoria. In particolare la sala da pranzo, nella relazione allegata alla concessione, viene descritta come una “struttura lignea coperta da tetto a più falde spioventi, poste a diversa altezza, con manto in pannelli di cemento amianto, delimitata perimetralmente da pannelli in policarbonato e profilati in alluminio preverniciato”. Nella parte della relazione che riguarda l’adeguamento prevede: “la sostituzione dell’attuale pavimento con altro in piastrelle di ceramica, il rifacimento del manto di copertura con sostituzione degli attuali pannelli in cemento amianto con pannelli di lamiera preverniciata, la sostituzione dei pannelli in policarbonato e profilati di alluminio anodizzato con invetriate in alluminio preverniciato su guide, istallate su muretto perimetrale”. Allo stato attuale la sala da pranzo è un organismo con struttura a telaio in calcestruzzo armato e tompagnature in muratura, e con un ampliamento in larghezza della sala, mai autorizzato dal Comune. Ma l’abuso non termina qui, risultano infatti realizzati altri manufatti senza autorizzazione: trasformazione di tettoia in volume utile, zona hall, cucina, portico ingresso, portico laterale, tettoia antistante, manufatto in muratura, cancello e recinzione. Il complesso ricettivo risulta per 461,84 mq (superficie) e 1.091,79 mc (volume) completamente abusivo ed in quanto assoggettato al Vincolo Paesaggistico ai sensi del D.M. 16/06/1966 e D.Lgs. 42/2004 e s.m.i (ovvero Parere Soprintendenza BAP) ed in contrasto con la normativa del P.R.G. vigente approvato risulta in definitiva non sanabile ai sensi della vigente normativa e quindi abusivo. L’immobile risulta essere, per la porzione dello stabile indicata nelle concessioni di condono dai rilievi espletati nella maggiore consistenza in difformità totale e per la rimanente parte rilevata totalmente abusiva, da cui si deduce che l’intero immobile è da ritenersi completamente abusivo in quanto difforme a quanto autorizzato con Concessione edilizia in sanatoria n. 44 del 24.09.1997, Concessione edilizia in sanatoria n. 17 del 23.06.1998, Concessione edilizia in sanatoria n. 18 del 23.06.1998 sia per ubicazione, dimensioni planimetriche, dimensioni volumetriche, per altezze, prospetti, per tipologia costruttiva e destinazione d’uso. L’intero complesso è privo di autorizzazione regolarmente rilasciata dal Comune di Santa Marina e dalla Soprintendenza. L’immobile risulta essere, per la parte rilevata totalmente abusivo, poiché difforme a quanto autorizzato con Concessione edilizia in sanatoria. Infine l’intero complesso ricettivo risulta essere privo di collaudo statico, certificati impiantistici, igienico-sanitario, dichiarazione di salubrità degli ambienti, certificato di regolare esecuzione, dichiarazione di avvenuto accatastamento, presupposti necessari ed indispensabili per garantire la sicurezza statica ed i requisiti igienico sanitari per la tutela della pubblica e privata incolumità.