Capaccio: nuova proposta per il cambio di denominazione, è di nuovo polemica

La proposta di cambiare nome a Capaccio? Una cretineria. Nuove polemiche nel centro della Piana del Sele.

Di Redazione Infocilento

La proposta di cambiare nome a Capaccio? Una cretineria. Nuove polemiche nel centro della Piana del Sele.

E’ di questi giorni la notizia della presentazione di un nuovo progetto di legge da parte di taluni consiglieri regionali che ha ad oggetto il cambio di denominazione del Comune di Capaccio in Comune di “Capaccio Paestum”. Il caso ha immediatamente innescato polemiche. Ad alzare i toni il comitato 15 giugno che critica la proposta firmata da Carmine De Pascale con co-firmatari gli onorevoli Ricchiuti, Maraio, Piscitelli, Longobardi e Iannale.

“Increduli – dice il presidente del comitato Antonio De Rosa – sentiamo il dovere di intervenire su una questione incresciosa, eticamente ributtante e che, alla luce del sostanziale fallimento del referendum dello scorso anno, sta assumendo contorni grotteschi. Si tratta di un ulteriore schiaffo alla storia del nostro Paese, di un grave e volgare sgarbo istituzionale consumato da “peones” inutili, succhiatori proni di stipendi e privilegi, capaci solo di piaggeria untuosa e genuflessioni non richieste”.

“La superficialità con cui questa iniziativa inopportuna e sconsiderata, e senza utilità alcuna per la nostra Comunità – prosegue la nota – oltraggia e offende ancora una volta i sentimenti e le coscienze dei cittadini capaccesi, ci impone di isolare la sua sprezzante arroganza e dare, come un anno e mezzo fa, un segnale forte di ribellione contro le maldestre, velleitarie e approssimative manovre di cancellare il bagaglio storico, sociale, culturale proprio della Comunità capaccese”.

Poi il comitato 15 si chiede si chiede: “Se davvero avessero a cuore le sorti di questa terra, e intendessero implementare il tanto decantato marketing territoriale, anziché bruciare altri 150.000 euro, si preoccuperebbero piuttosto dei problemi della sanità locale, della centrale a biomasse di Sorvella (che avvelenerà per i prossimi anni i cittadini di Capaccio, i loro figli e i loro nipoti), dell’acqua potabile al Capoluogo cittadino erogata a giorni alterni”.

Poi il presidente Antonio De Rosa attacca anche l’amministrazione comunale che se sollecitasse e sostenesse tali iniziative, compirebbe un atto “anche solo moralmente, condannabile”.

“Stendiamo, perciò, decine di pietosi veli sulla cretineria della proposta – conclude la nota – e informiamo questi incauti e oscuri “Carneadi” della politica regionale, alla ricerca di un minimo di visibilità e per uscire dal loro più che giustificato anonimato, che non ci fermeremo di fronte ad un piano così scellerato e mal congegnato”

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