Giulio Tremonti all’inaugurazione di un centro studi, è polemica

Giulio Tremonti "testimonial" all'inaugurazione di un centro studi, scoppia la polemica.

Di Filippo Di Pasquale

Giulio Tremonti “testimonial” all’inaugurazione di un centro studi, scoppia la polemica.

A Monte San Giacomo inaugura un Centro Studi realizzato in collaborazione con associazioni del territorio e l’Università di Salerno, ma è subito polemica. Nell’occhio del cicolone, infatti, è l’ospite che terrà a battesimo la nuova struttura, l’ex ministro Giulio Tremonti. Ad alzare i toni è il responsabile del Codacons per il Vallo di Diano Roberto De Luca. “A leggere a quale testimonial ci si affida per l’inaugurazione del centro culturale – esordisce – comprendiamo come la nostra società stia rischiando di rimuovere la propria storia recente, attraversando un periodo di profonda confusione di ruoli e di idee”.

Riferendosi a Tremonti, infatti, De Luca ricorda che “ha dovuto affrontare, di recente, alcune vicissitudini giudiziarie a causa della triste vicenda Finmeccanica. Noi non vogliamo riferirci affatto a queste vicende, tuttavia. Piuttosto, vogliamo ricordare una frase rimasta nella mente di molti cittadini italiani e pronunciata quando lo stesso è stato Ministro dell’Economia di uno dei governi Berlusconi. E così come riportavano tutte le testate giornalistiche nel 2010, possiamo ricordare il senso della frase attribuita al Ministro: Con la cultura non si mangia. Questa frase stride in modo eclatante con le finalità di qualsiasi Centro Studi in qualsiasi parte d’Italia. La nostra società, infatti, investe in cultura affinché si abbia un ritorno economico e sociale da questi investimenti. Eppure, quella frase, che ha destato così tante polemiche in tutta la Penisola, non ha frenato il consorzio. E così si aspetta, a Monte San Giacomo, l’ex Ministro dell’Economia per l’inaugurazione di un Centro Studi”.

Quindi De Luca lancia un monito al comprensorio: “Il Vallo di Diano, povero di servizi ma ricco di natura, arte, cultura, tipicità e agricoltura, dovrebbe adesso dimostrare di essere capace di sottrarsi a questa confusione di ruoli e di idee e dovrebbe cercare di far ritorno a una politica che sappia valorizzare le naturali vocazioni del territorio”.

Dal Codacons, infine, invocano una nuova classe dirigente che faccia leva “soprattutto sulle nuove tecnologie, nel rispetto delle tradizioni locali; impiantare una solida cultura del rispetto delle regole nella nuova società della conoscenza, in cui la cultura svolga un ruolo non secondario; creare le condizioni per la permanenza dei nostri giovani sul territorio e dovrà ripristinare tutti quei servizi sottratti ai cittadini da strane commistioni politiche, locali e nazionali”.

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