Si indaga sui rapporti tra terroristi e clan dei casalesi.
Trovati i listini dei prezzi di kalashnikov, pistole e carri armati nella sede della Società Italiana Elicotteri di via Salaria a Roma, coinvolta nell’indagine della Procura Antimafia di Napoli sul traffico di armi e uomini dall’Italia verso la Somalia e l’arcipelago delle Seychelles con l’aiuto del clan dei Casalesi. Lo riferisce il quotidiano Il Mattino che precisa che a trovarli sono stati gli uomini del Gico della guardia di finanza di Venezia due giorni fa, durante una perquisizione ordinata dai pm della procura Antimafia.
E ora, l’inchiesta sugli intrecci tra camorra e terrorismo diventa interessante. Perché la Società romana con sede in Urbe Airport, specializzata nella fornitura di elicotteri nuovi e usati, non sarebbe abilitata all’acquisto di armi, ma solo alla vendita di pezzi di ricambio e servizi di manutenzione «on-site». Il suo amministratore unico, Andrea Pardi, sarebbe attualmente indagato dalla Dda partenopea assieme ad altre trenta persone.
Matassa difficile da dipanare: l’intreccio è pericoloso. Da un lato c’è il gruppo armato del boss Michele Zagaria, ancora in buoni rapporti con i Bidognetti di Casal di Principe e Parete. Dall’altra gli estremisti pronti a partire alla volta dello stato federale Somalo ed Etiope dove c’è il conflitto con il gruppo islamico. L’anima del progetto di reclutamento è, per la Dda, Omaar Kama, nipote di Alì Jama, l’ex presidente del Puntland accusato di aver contatti con una cellula vicina ad Al Qaeda. Al centro, c’è Napoli. E proprio dagli uffici della Procura Antimafia è stata ascoltata due anni fa, dalla polizia giudiziaria, la telefonata intercettata tra un uomo vicino al clan dei Casalesi, Francesco Chianese e Giancarlo Carpi, padovano, personaggio da un passato di estrema destra, inventore con altri della Legione Brenno. Da qui, l’inchiesta di oggi che arriva fino a Roma.