Cilento: il sindaco blocca il restauro di due antichi ponti: “Era una mostruosità”

"Si stava commettendo una mostruosità". Con questa motivazione il sindaco ha bloccato le opere di restyling di due antichi ponti. Accade nel Cilento.

Di Katiuscia Stio

“Si stava commettendo una mostruosità”. Con questa motivazione il sindaco ha bloccato le opere di restyling di due antichi ponti. Accade nel Cilento.

LAURINO. Bloccati i lavori di manutenzione ordinaria sui ponti in località Gorgonero. A dare l’alt il sindaco Romano Gregorio: «Si stava commettendo una mostruosità ai danni del patrimonio storico-architettonico rurale e culturale del nostro territorio». Il restauro, che stava avvenendo tramite un finanziamento e progetto dell’Ente Parco, riguardava due ponti in pietra siti il località Gorgonero di Laurino, il più importante che porta alla grotta Cappella di S. Elena (eretto nel 1271) e che costeggia la famosa e intrigante “Grava di Vesalo” e il più piccolo sul “Vaddone” che scende dalle campagne della località Patri. A copertura delle spalliere si stava utilizzando dei basoli massicci, troppo levigati, color cemento e addirittura troppo larghi rispetto ai muri, tanto da essere un colpo all’occhio, e che nulla hanno a che fare con il contesto rustico e naturale di Gorgonero. Il primo cittadino resosi conto della mostruosità che stava prendendo corpo ha immediatamente contattato il direttore dei lavori della ditta invitandolo a ripristinare “semplicemente” l’antico ponte senza danneggiarne la natura. La cosa non è nemmeno sfuggita alle varie associazioni ambientaliste e culturali del luogo. Pesante e senza mezzi termini è la posizione di Gole Nord Calore Piaggine, associazione ambientalista che così commenta: «Si stava commettendo l’ennesimo scempio ad opera dell’Ente Parco del Cilento a danno uno dei sentieri più suggestivo ed affascinante di tutto il Cilento Interno: il sentiero dell’acqua che porta alla grotta di S. Elena. Lavori di falso restauro e vero spreco di denaro pubblico, i blocchi di pietra rappresentano solo la soluzione per lievitare la spesa, utili solo ad inquinare la bellezza dei due ponti, non per aggiungere valore quindi ma bensì per “stuprarli ” in modo subdolo e vigliacco con l’unico scopo di relegarli a manufatti di basso profilo storico-architettonico rurale. Finalità indegna per un Ente Parco Nazionale e soprattutto irrispettosa della Storia Contadina dei nostri Paesini senza i quali oggi il Parco non avrebbe ragione di esistere e soprattutto non sarebbe neanche nato visto che il territorio a maggior tutela interessa proprio il Cilento Interno. Se per Voi così si amministra un Parco trovatevi altri luoghi e lasciateci i Nostri Tesori che con tanta capacità, sudore della fronte e passione ci hanno tramandato i Nostri Avi. In una sola parola: jatevenn»

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