Interminabili le polemiche sugli autovelox di Agropoli e Capaccio. Ecco la situazione.
CAPACCIO. Nuove polemiche per gli autovelox installati sulle strade a scorrimento veloce del comprensorio cilentano. A far discutere dopo il «caso Agropoli» è Capaccio. Il comune della Piana del Sele, infatti, decise nel corso della stagione estiva di contrastare il fenomeno degli incidenti stradali predisponendo un servizio mirato di controllo della velocità attraverso l’uso di rilevatori automatici. Fu quindi affidato alla polizia locale il compito di posizionare degli autovelox mobili lungo la SS18 e la Cilentana. Quello che doveva essere un nobile proposito, ovvero migliorare la sicurezza stradale nel periodo estivo in cui le due arterie sono particolarmente trafficate, si è rivelato però un boomerang per l’amministrazione comunale. In questi giorni, con l’arrivo delle prime contravvenzioni, comincia a sollevarsi il coro delle polemiche e non manca chi ravvisa anche in questo caso elementi di invalidità dei verbali. Nell’occhio del ciclone è finito in particolare il limite di velocità fissato dal comune a 50 chilometri orari, ritenuto troppo basso per una strada a scorrimento veloce. «I trasgressori, pericolosi Vettel dilettanti che sfrecciavano a 60 chilometri orari – dice ironicamente l’avvocato Giuseppe Russo, dell’associazione Noi Consumatori – sono stati puniti in quanto il limite di velocità è 50 km/h». «Qualcuno – aggiunge – dovrebbe informare il Comune di Capaccio che questo è un limite che riguarda solo le strade urbane mentre la SS18 è una variante a scorrimento veloce». Per Russo, quindi, i verbali sono «tutti da invalidare e da impugnare». Nel mirino dell’autovelox capaccese sono finiti turisti e soprattutto tanti pendolari molti dei quali, secondo le associazioni, sono persone umili che la mattina andavano a lavorare nelle campagne e che hanno ora enormi difficoltà nel pagamento delle multe. Da palazzo di città respingono le accuse al mittente e ricordano che «la SS18 e la Cilentana sono state spesso teatro di incidenti, anche mortali» e che il rilevatore di velocità aveva «l’obiettivo di aumentare la sicurrezza in un periodo con un intenso traffico veicolare». Le critiche, però, non si placano e il timore è che a Capaccio si crei un nuovo «caso Agropoli». Nel centro cilentano sono centinaia gli utenti che hanno deciso di impugnare i verbali dinanzi al Giudice di Pace o al Prefetto. Lo strumento per il controllo della velocità, inoltre, è finito nel mirino del Ministero dei Trasporti e dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Quest’ultima proprio nelle scorse settimane ha evidenziato degli elementi di irregolarità nel contratto stipulato tra il comune e la ditta affidataria della gestione del servizio e nell’atto di rinnovo dell’affidamento. Anche in questo caso le associazioni dei consumatori avevano invitato gli utenti a non pagare i verbali sottolineando l’irregolarità dell’autovelox. Da palazzo di città, però, smentito questa ipotesi e precisano: «Non vi sono collegamenti tra la valità dei verbali ed i rilievi eseguiti dall’Autorità Anticorruzione».