Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar sul concorso per vigili ad Ascea. Ecco la decisione.
Si apre un nuovo capitolo sul concorso dei vigili ad Ascea. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare, presentata dai vincitori del concorso e dal comune guidato dal sindaco Pietro D’Angiolillo, ed ha ribaltato l’ordinanza del Tar di Salerno che aveva sospeso gli effetti del concorso dopo il ricorso presentato da due concorsisti che avevano paventato la violazione “del fondamentale principio dell’anonimato”. Nel bando era previsto, infatti, che l’elaborato di ogni aspirante neo vigile venisse controfirmato dal concorsista e da un membro della commissione esaminatrice. Il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività della ordinanza del Tar Salerno ed ha ritenuto “sussistenti i presupposti per disporre l’accoglimento della domanda volta ad ottenere una favorevole misura monocratica, affinché possa continuare lo svolgimento dell’attività lavorativa” dei neo assunti vigili. Il concorso era diretto all’assunzione di due agenti di polizia locale a tempo indeterminato e part-time al 50% e alla formazione di una graduatoria di 30 idonei, dalla quale attingere per le assunzioni stagionali a tempo determinato.
La sentenza arrivata ieri pomeriggio dovrebbe far tornare il sereno nella località Cilentana, placando le tante polemiche che hanno accompagnato sin dalla prima prova le selezioni del concorso. Dal due maggio giorno dei primi tafferugli tra i concorsisti e la commissione giudicatrice il concorso é andato avanti tra ricorsi ed esposti fino al 24 settembre quando l’ordinanza del Tar ne aveva decretato la sospensione degli “effetti dei provvedimenti impugnati” in virtù di “elementi di fondatezza” in relazione alla violazione del principio dell’anonimato. Soddisfazione per il decreto del Consiglio di Stato viene espressa dal sindaco Pietro D’Angiollillo che ha sempre ribadito di voler andare fino in fondo e di attendere con fiducia e rispetto la pronuncia definitiva. “Si poteva capire l’impugnazione del bando, che prevedeva la sottoscrizione dell’elaborato, prima del prova di selettiva; ma accettate le regole del ‘gioco’ appare discutibile e strumentale, da parte di chi non ha superato la selezione, lamentarsi di una regola fissata sin dall’inizio”. Sulla pretesa violazione dell’anonimato aggiunge “Ritengo che non abbia alcun senso l’anonimato nel caso in cui la correzione degli elaborati avvenga in seduta pubblica ed immediatamente dopo la prova concursuale”.