Cilento: dopo la “carestia” tornano le castagne

Due anni senza castagne. La grave crisi per produttori e agricoltori del Cilento, però, sembra ormai superata.

Di Antonella Agresti

Due anni senza castagne. La grave crisi per produttori e agricoltori del Cilento, però, sembra ormai superata.

Sessa Cilento. Dopo due anni di carestia tornano le castagne. Ci sono voluti due anni di lotta biologica per debellare il Cinipide Galligeno o Vespa del Castagno. Le annate 2013 e 2014 avevano gettato nello sconforto i locali produttori di castagne a causa della mancata fruttificazione delle piante. Il Cinipide è un insetto originario della Cina che, a partire dagli anni 2000, si è diffuso in Europa arrivando anche nel nostro Paese, in particolare in Piemonte, Toscana, Campania e Basilicata. Esso si nutre delle foglie e dei germogli del Castagno e induce alla comparsa delle galle, dei rigonfiamenti rossastri in cui le larve compiono il loro ciclo vitale e impediscono la fruttificazione della pianta colpita. Nei casi di infestazione più grave, è responsabile del completo deperimento dell’albero. Nel comune di Sessa Cilento, fortunatamente, la lotta biologica intrapresa dai proprietari dei castagneti ha dato buoni esiti. Su tutto il versante est del Monte Stella sono stati effettuati lanci di Torymus sinensis, un parassita che si alimenta delle larve del Cinipide e che ne ha permesso l’eliminazione. Quest’anno, dunque, i “ricci” hanno fatto la loro ricomparsa sui rami delle secolari piante promettendo un buon raccolto. I produttori sono entusiasti e aspettano di sentire, di nuovo, «odore di castagne al fuoco».

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