Dopo l’ultima operazione contro il lavoro nero eseguita in alcune aziende della piana del Sele, la Cgil ha voluto rivolgere un appello agli imprenditori per porre fine al fenomeno del caporalato.
Sul caso sono intervenuti il segretario della Cgil Anselmo Botte e quello della Flai-Cgil Giovanna Basile: “I numerosi fermi confermano la vastità del fenomeno e di come sia diffuso nelle numerose aziende agricole che operano nella Piana del Sele.
Non abbiamo intenzione – chiariscono – di criminalizzare una intera categoria di imprenditori che producono varietà di eccellenza esportata in tutto il mondo. È per questo che invitiamo le aziende che non ricorrono all’attività criminosa dei caporali ad aderire alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali”.
Dal primo settembre possono iscriversi alla rete le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti non aver riportato condanne penali per violazione della normativa in materia di lavoro; non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative; essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Ad oggi hanno aderito alla rete soltanto 6 aziende agricole della Piana del Sele. Per questo i due sindacalisti hanno deciso di sollecitare “chi è in possesso dei requisiti, di provvedere celermente ad iscriversi per consentire un monitoraggio e una selezione, con l’obiettivo di avere un quadro generale delle aziende virtuose che rispettano le regole e per meglio colpire quelle illegali”.