Nel Cilento e Vallo di Diano è allarme incendi. Diversi roghi segnalati nel territorio: turisti costretti a scappare, rischio frane e boschi distrutti dalle fiamme.
E’ allarme incendi, dal Cilento al Vallo di Diano. Questi ultimi giorni d’estate sono stati tragici per il territorio. Centinaia di ettari di macchia mediterranea e boschi sono andati in fumo in pochi attimi e, in alcuni casi, anche vigneti e uliveti hanno subito danni.
Un duro colpo per il territorio, non solo per l’ambiente ma anche per il turismo: giovedì, ad esempio, quindici turisti tedeschi furono salvati dai carabinieri a Pisciotta dopo che i piromani avevano dato alle fiamme un’intera montagna. I villeggianti stavano percorrendo un sentiero insieme ad una guida quando sono stati circondati da fumo e fiamme.
Soltanto nell’ultima settimana, roghi d’origine dolosa sono stati registrati anche a Perdifumo, Montecorice, Castellabate, San Mauro Cilento, Agropoli, Ogliastro Cilento e Sapri. In quest’ultimo caso le fiamme hanno divorato l’area collinare lungo la SS18 che conduce a Maratea. Con la distruzione della vegetazione si teme che si registrino frane della parete rocciosa con la conseguente caduta massi sulla carreggiata.
Stamane, invece, il segnale di pericolo è stato lanciato da Casaletto Spartano. Le fiamme, infatti, hanno interessanto la località Capello, a pochi chilometri dalla cascata Capelli di Venere. Costretti agli straordinari vigili del fuoco, operai forestali e protezione civile impegnati con mezzi via terra e canadair.
Situazione simile in località Tesauro, tra Roscigno e Bellosguardo e San Felice, a Villa Littorio. Sono dovuti intervenire anche qui dei mezzi aerei per spegnere il fuoco.
Ma non è soltanto il Cilento ad essere preso di mira dai piromani, anche nel Vallo di Diano si registrano i medesimo problemi. L’ultimo incendio in ordine di tempo a San Pietro al Tanagro, lungo la strada che conduce al santuario del Crocifisso, proprio alla vigilia della festa. Il rogo si è sviluppato nella notte ed è ancora in atto.
“Analizzando con attenzione i dati del Corpo Forestale dello Stato, relativi ai roghi che sono divampati nel 2015 fino al 14 agosto su tutto il territorio campano si sono verificati 479 incendi, seconda regione d’Italia dopo la Calabria, che hanno trasformato in cenere una superficie complessiva di 1.676 ettari”, spiegano da Legambiente. “Una ferita profonda – dicono dall’associazione ambientalista – che continua a martoriare il territorio campano, il paesaggio e le bellezze naturali che contribuiscono a renderlo unico al mondo. La lotta a questi veri e propri delitti ambientali non può prescindere dalla sensibilizzazione dei cittadini e delle comunità, anche per rompere quel muro di omertà che a volte circonda gli incendiari”.