Nel Cilento un monumento in onore degli scalpellini, antichi artigiani della pietra. Ieri l’inaugurazione.
SESSA CILENTO. Nel pomeriggio di sabato 12 settembre è stato inaugurato, nella frazione di San Mango Cilento, il monumento agli scalpellini. L’opera è stata donata dal prof. Romeo Messano che da tempo ne desiderava l’installazione nel rione San Donato, a pochi passi dalla propria casa paterna. Alla presenza del sindaco, Francesco Lombardo, del parroco, don Silvestro Zammarrelli, e della madrina dell’evento, Alfonsina Messano (moglie di uno degli ultimi scalpellini di San Mango), nel pomeriggio di ieri sono stati dunque scoperti un’antica macina, uno sversatoio, una mola e la soglia di un’antica finestra. Tutti i componenti del monumento sono realizzazioni degli scalpellini di Sessa Cilento. Il terreno sul quale si erigono è stato donato da Pietro De Lisi, abitante di San Mango.
“Con questa installazione ho voluto consegnare ai giovani di oggi un pezzo della nostra storia; voglio che queste pietre stiano qui a ricordare il duro lavoro di una figura importante del nostro territorio” dichiara emozionato e soddisfatto Messano. Effettivamente, nei decenni addietro, la maestria degli scalpellini di Sessa Cilento è stata conosciuta anche nei paesi del circondario e molte delle loro opere resistono ancora nel tempo. Artigiani, se non artisti, gli scalpellini perlustravano personalmente la montagna in cerca delle pietre più adatte alle diverse esigenze. Da una sapiente lavorazione venivano fuori, così, macine per mulini e frantoi, soglie di finestre, portoni e camini, sedili, mortai e numerose altre opere di cui, ancora oggi, rimane traccia nelle abitazioni private e nelle pubbliche vie. La figura dello scalpellino si è distinta, per tanto, nell’economia e nella tradizione artigiana del luogo e meritava certamente un omaggio imperituro.
A ravvivare il momento dell’inaugurazione del monumento, la lettura dei versi in vernacolo di Carlo Cammarota. Inoltre il sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, ha reso possibile un “solido” gemellaggio donando alcuni dei mattoni dell’antica fornace della propria città che sono stati inglobati nella pavimentazione del monumento.