Cilentana: l’Ance chiede l’apertura oltre il 7 settembre

Cilentana, una corsia a traffico alternato fino al 7 settembre non basta, e non risolve i gravi problemi di viabilità che chi risiede a sud della provincia quotidianamente è costretto ad affrontare.

Di Comunicato Stampa

Cilentana, una corsia a traffico alternato fino al 7 settembre non basta, e non risolve i gravi problemi di viabilità che chi risiede a sud della provincia quotidianamente è costretto ad affrontare.

«Occorrono soluzioni più efficaci che consentano il ripristino della circolazione, in entrambi i sensi di marcia, non solo durante la stagione estiva, ma anche nei 12-14 mesi di tempo che occorreranno per eseguire i lavori in corso di aggiudicazione e oggetto della gara d’appalto». È quanto dichiara il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi, che – pur salutando con soddisfazione l’apertura di una corsia a traffico alternato fino a settembre – evidenzia le criticità che restano irrisolte, e propone una soluzione alternativa. «Non siamo in presenza di un comune problema di viabilità – spiega – ma di una vera e propria emergenza che non può essere affrontata con procedure ordinarie. La nostra proposta è quella di attivare la Protezione civile affinché, per il tramite del Genio militare, provveda alla installazione di un ponte mobile che consenta il ripristino della circolazione, a velocità limitata, in entrambi i sensi di marcia, per tutto il tempo necessario al completamento dei lavori».

«La corsia unica fino a settembre – aggiunge Lombardi – è sicuramente una boccata di ossigeno per chi da mesi sta scontando una grave emarginazione: ma non risolve il problema, sia per la sua temporaneità, sia per il periodo di tempo necessario a eseguire l’intervento di ripristino strutturale del viadotto e della carreggiata stradale. Parliamo di oltre un anno: un lasso di tempo che impone soluzioni rapide, molto più incisive ed efficaci».

«Il ponte mobile – conclude Lombardi – è l’unico modo per ripristinare la viabilità interrotta in entrambi i sensi di marcia e per tutto il tempo necessario all’esecuzione dei lavori, ed anche in concomitanza con gli stessi. Perché ciò accada però è necessario – ed in questo i sindaci del territorio possono e devono svolgere un ruolo incisivo e determinante – che della questione venga investita la Protezione civile, come del resto è giusto e logico che sia per la peculiare gravità del problema e le gravissime conseguenze che sta determinando sulla popolazione e sulle imprese».

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