Storia. Centola è situata sul versante costiero della regione cilentana, su un contrafforte compreso tra i fiumi Lambro e Mingardo, tra le propaggini del monte Rondinella, con le sue pendici coperte da querceti, olivi di “meravigliosa grandezza e feracità”, viti e fichi, e il monte Bulgheria, una delle più belle e interessanti montagne del Cilento. L’area del comune, notevolmente estesa, comprende una grande varietà di paesaggi: dalla marina di Palinuro, rinomata località balneare dalle spiagge di sabbia bianchissima interrotte da scogliere selvagge, alla fascia montana ancora ricca di boschi in cui è possibile ritrovare esemplari unici di flora, passando per campi che sembrano coltivati da contadini invisibili, costellati da antiche case di pietra ormai disabitate. Il paese fa parte del Parco nazionale del Cilento-Vallo di Diano.
La leggenda vuole che Centola sia stata fondata intomo al XVI secolo da una cosiddetta “centuria” di profughi provenienti dall’antica città di Molpa: da questa “centuria” sarebbe poi derivato il nome al paese. Tuttavia Carla Marcato, ricercatrice dell’Università di Udine, ritiene molto più probabile una discendenza del toponimo da un’unità di misura agraria. Del resto il paese risulta più antico di quanto vorrebbe la leggenda.
Uno storico del Settecento, l’Antonini, ricorda una donazione fatta nel 1086 da Ruggiero Sanseverino al “Monastero di Santa Maria di Centola”, mentre troviamo ancora la citazione “Monasterium Sanctae Mariae de Centula” nelle “Rationes Decimarum Italiae” relative agli anni 1308-1310. Ci troviamo quindi di fronte a un tipico borgo medioevale di origine monastica.
Cosa Visitare. Pur non possedendo monumenti particolari, Centola e le sue frazioni costituiscono comunque un ambiente interessante, avendo conservato l’antica struttura urbana medioevale caratterizzata da stretti vicoli, portici, palazzotti. Estremamente suggestivo è l’antico borgo di San Severino, oggi abbandonato perché in posizione difficilmente accessibile: si trova infatti su uno stretto sperone roccioso, con le file di case disposte a lama. Le case spalancate, la chiesa dal soffitto di canne, la stradina selciata che si arrampica verso l’alto fino alla piazzetta da cui lo sguardo si perde nella valle del fiume Mingardo offrono immagini particolarmente suggestive.
Palinuro, piccolo golfo naturale situato nell’ansa formata dall’estrema propaggine del monte Bulgheria, è uno dei luoghi più famosi nel mondo. Scoperto agli inizi del Novecento da viaggiatori tedeschi e inglesi alla ricerca di paesaggi romantici, incontaminati e selvaggi, il piccolo porto ha conosciuto una crescente notorietà, divenendo, intorno agli anni Sessanta, meta di un intenso turismo internazionale.
Per quanto riguarda i monumenti significativi è opportuno ricordare l’importante scoperta, nella zona collinare, di una necropoli greca, i cui reperti sono conservati nell’Antiquarium.
Interessanti sono inoltre i ruderi del Castello di Molpa e della Chiesa di San Giuliano, risalente al secolo XII.
La Parrocchiale è dedicata a Santa Maria di Loreto; un’altra piccola chiesa, Sant’Antonio, si trova al porto, nei cui pressi è anche un obelisco a ricordo dei moti del Cilento del 1818.
Palinuro è sede di numerose manifestazioni soprattutto durante i mesi estivi: in marzo ha luogo una Festa della primavera e dei fiori, il 14 luglio la rievocazione storica “Murat le Roi a Palinuro”, in agosto la Sagra del mare.
Il 25 settembre ha luogo la Festa di Sant’Antonio, che dura tre giorni ed è caratterizzata da una processione via mare.
Nelle altre frazioni si ricordano la Chiesa della Madonna delle Grazie a Fona e la Chiesa di San Gaetano a San Nicola.