Agropoli, l’area del Vallone è sempre più off limits

Di Redazione Infocilento

AGROPOLI. Un paradosso, senza dubbio un’eresia, solo così forse si può definire la situazione che ormai da troppo tempo si verifica nella zona di Tresino, alle porte del Parco Nazionale del Cilento. Centinaia di ettari di Parco non sono, alla realtà dei fatti, nemmeno calpestabili quando invece potrebbero, e soprattutto dovrebbero, essere patrimonio di tutti.

Di strade e sentieri interrotti ne avevamo già raccontato anche grazie all’aiuto dell’associazione Fareambiente che con l’avvocato Giuseppe Colopi ha in passato denunciato più di una volta tali violazioni di un’area che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è patrimonio dei cittadini da oltre cinquecento anni. Tornando alla realtà, e soprattutto al presente, bisogna registrare l’ennesima violazione nella fruizione di uno degli scenari più belli del Cilento. Nonostante il comune di Agropoli si sia dimostrato in parte attento allo sviluppo di quest’area tanto da metter su una fitta rete di sentieri da trekking grazie ai quali oggi si può avere accesso a veri e propri salotti creati da madre natura, il tutto senza aver minimamente intaccato l’ecosistema. “L’uso di quei sentieri si protrae da centinaia di anni – spiega lo stesso Avv. Colopi – ed i comuni di Agropoli e Castellabate possono (e devono!) abbattere cancelli e recinzioni che violano ogni norma in materia di aree protette e tutela del patrimonio culturale. paesaggistico ed archeologico. Patrimonio individuto e valorizzato a suo tempo dal Prof. Cantalupo. Gli enti pubblici dovrebbero intervenire con decisione, se del caso, ponendo in essere tutte le azioni giudiziarie necessarie, possessorie e/o petitorie che siano, al fine di restituire gli antichi sentieri e l’accesso alle meravigliose calette ad i cittadini. Quest’area ha il diritto di essere vissuta nella maniera più ecosostenibile possibile. E’ il momento del vivere slow in armonia con la natura, E’ necessaria una maggiore sensibilità da parte degli enti territoriali riguardo i temi dell’ambiente e del turismo. E’ giusto che il Cilento utilizzi in maniera intelligente quello che già ha, che questo territorio sia parte di una rivoluzione che ormai  è motore economico già in tante altre zone d’Italia”.

Lo scenario dunque che si presenta al fruitore recita recinzioni e strade interrotte da catene e cartelli di proprietà privata. Il “Vallone”, molti agropolesi sapranno, é sempre stato di proprietà di privati ma mai nessuno però si era mai sognato di interdire il passaggio della strada principale.

Interdizione che in effetti non potrebbe neanche essere messa in atto visto che l’usufrutto della zona avviene da centinaia di anni (basti pensare alle tombe etrusche ritrovate nei pressi della spiaggia del Vallone o al solo fatto che Agropoli e Santa Maria un tempo erano collegate unicamente da questa strada). Peccato però che questa strada non risulti accatasta e quindi, almeno legalmente, non esiste; anche se ad onor del vero basterebbe veramente poco per dimostrare la sua eterna esistenza.

In virtù di ciò però sembrerebbe “autorizzata” l’azione dei proprietari, ma le istituzioni sono disposte e tutto ciò? I comuni di Agropoli, Santa Maria e soprattutto il l’ente Parco possono permettersi di abbandonare una risorsa senza eguali? Per quale motivo poi? Qualcosa si era mosso, almeno a parole, due anni fa quando l’associazione Fareambiente aveva organizzato il “Girotondo del Tresino” proprio per denunciare la situazione. “Entro una settimana sparirà il cancello che vieta l’accesso alla spiaggia” avevano fatto sapere i Vigili di Agropoli. Di settimane ne sono passate più di cento, bisogna aspettare ancora? Intanto il cancello è ancora lì e soprattutto una nuova interruzione è nata un chilometro prima, quasi a farsi beffa di tutto e tutti…

 

 

 

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