Regionali, voti a suon di promesse

Di Sergio Pinto

Sembrava una pratica desueta, ormai in via di estinzione, ma le promesse in campagna elettorale sono tutt’altro che scomparse. Basta comprendere le necessità di un territorio, le frustrazioni di una popolazione ed il gioco è fatto, il politico di turno avanza la proposta che ha il profumo di una promessa, soddisfacendo almeno per il momento quelle che sono le aspettative di una cittadina, a volte di un’intera provincia. Ora, si promette l’adeguamento dell’aeroporto, piccole opere, spiraglio di speranza, iniziano, guarda caso in vista delle prossime regionali, poi si continua a promettere l’apertura dell’ospedale di Agropoli, quando si è lasciato intendere che per opportunità politiche il nosocomio della cittadina cilentana non sarebbe mai stato riaperto. Le promesse sono un debito, non un modo di trovare quanti più voti possibili in un territorio diverso morfologicamente e culturalmente da Napoli e dal resto della Campania, le promesse non dovrebbero mai riguardare necessità o diritti spettanti, diritti che non possono essere merce di scambio per una manciata di voti.

 

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