Nel Cilento, le festività cristiane rappresentano ancora il cardine delle tradizioni. Un immenso patrimonio storico-religioso racchiuso tra i monti ed il mare. In modo simpatico percorreremo il territorio in tutte le sue direzioni fino a sforare negli odierni confini, catalogando in una sorta di archivio virtuale l’intero sistema devozionale di queste terre.
Ed è veramente un susseguirsi di Santi dalla “A alla Z”, se si conclude questo breve viaggio sulle vestigia greche lasciate dalla Chiesa di San Zaccaria a Casal Velino, sulle cui rovine sorse probabilmente la Cappella di San Matteo.
Dal “principio” non potevamo che partire con la Madonna che a Mandia (Ascea) dimora proprio nella Cappella della “Vergine del Principio” da cui inizia il pellegrinaggio al Sacro Monte. E la Madonna stessa, assuma nel territorio diverse denominazioni spesso legate all’identificazione del luogo: brilla nell’onomastica con la “Stella” sulla sommità dell’omonimo Monte mentre diventa della “Neve” sul Cervati. E non dimentichiamoci della Madonna per eccellenza nel Cilento: quella che si Venera sul Monte Gelbison, nota ai più come la “Madonna di Novi Velia”. La “Madonna del Soccorso” è una titolazione motivata quasi sempre da leggende: quando la Vergine giunge in soccorso di una fanciulla come si ricorda a Cannicchio (Pollica), e ancora la Madonna della Sanità a Gorga (Stio) e così via.
Spostiamoci ora su i Santi. Ed è qui che emergono quesiti degni della classica domanda “lo sapevate che?”.
Una mappatura dei culti dei Santi presenti in loco, mette in evidenzia numerose curiosità: diffuse sono le comunità che affidano la loro protezione ai celebri “San Nicola di Bari”, “San Giovanni Battista”, “San Biagio Vescovo e Martire” o alla “Madonna” sotto varie vesti. Frammiste alle curiosità, spuntano interessanti particolarità: diverse comunità sono le uniche e sole ad affidare la propria protezione a Santi diciamo “poco noti”. E in effetti diverse festività sono caratterizzate dall’unicità, almeno a livello territoriale: nel perimetro del Cilento Antico San Celso protegge solo Celso (Pollica) mentre San Costabile Castellabate che, di recente è stato elevato a compatrono della Diocesi di Vallo della Lucania – ed è l’unico Santo la cui vita è realmente legata al Cilento sia in termini storici sia in termini geografici -, affiancando San Pantaleone. Restando nel territorio di Vallo della Lucania, abbiamo una corona di unicità e rarità: San Toribio protegge Cannalonga mentre a Moio della Civitella, la comunità si affida a Santa Veneranda; la stessa Santa, insieme a Sant’Antonio di Padova, rappresenta una grande ricorrenza anche per la vicina Angellara (Vallo della Lucania). Sul versante opposto troviamo San Montano a Montano Antilia.
Nella Valle del Calore si susseguono unicità davvero uniche per il territorio: San Barbato protegge Valle dell’Angelo, San Lucido Aquara e Santa Sinforosa e San Getulio Roccadaspide.
Discendiamo ora verso la costa e raggiungiamo Centola che festeggia Sant’Apollonio. A Sant’Eufemia è intitolata la parrocchiale di San Mauro la Bruca, ove il culto principale è rivolto all’Abate Mauro. La frazione San Nazario rispecchia il culto del nome; Ma non tutto è scontato: per esempio a San Mango (Sessa Cilento), la chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Maria degli Eremiti mentre il culto principale è rivolto a Santa Rosalia. Visto che siamo scesi sul mare, ci affacciamo anche sul Golfo di Policastro e risaliamo nel suo entroterra: San Cristoforo protegge l’omonima frazione di Ispani mentre San Demetrio si occupa di Morigerati.
Infine, diamo uno sguardo sul Vallo di Diano, partendo dalla sua estremità Sud sui confini lucani: Sant’Antero protegge Casalbuono mentre San Sabino si festeggia a Sanza.