Il Consigliere Regionale Tommaso Pellegrino è particolarmente allarmato circa la situazione della Sanità in Campania. Il blocco del turnover, di nuove assunzioni, la scarsità di personale medico e paramedico, rischia di far crollare il sistema ospedaliero pubblico.
Nel mentre si investono fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per costruire Ospedali di Comunità simili a quelli già realizzati in Lombardia, con il risultato che non funzionano, semplicemente perché non c’è personale sanitario da impiegarvi.
L’intervista al Consigliere Pellegrino
Il contrasto allo spopolamento passa anche per la garanzia di servizi essenziali
Certamente. Stiamo lavorando per difendere una serie di presìdi che io ritengo indispensabili per le aree interne come le nostre, perché non si può parlare di esse e delle loro peculiarità e poi chiudere i servizi, i punti nascita, come tutti i servizi essenziali e determinanti per i nostri territori evitando lo spopolamento.
La bozza della Legge Calderoli, sulle autonomie regionali, non aiuta
Stiamo portando avanti una battaglia insieme al Presidente De Luca perché il Governo faccia una ripartizione dei fondi destinati alla Sanità adeguata e non tenendo conto soltanto della storicità dei Fondi Nazionali: quei soldi ci servono per immettere nuovo personale. La più grande criticità è la mancanza di medici, di personale sanitario, si rischia non soltanto di chiudere i reparti, ma di chiudere gli ospedali.
Oltre alla mancanza di personale sanitario, cosa sarebbe essenziale per rafforzare il sistema sanitario regionale?
Ci sono delle criticità a cui dare delle risposte, come la medicina territoriale, l’assistenza domiciliare oncologica, nel mentre, spendiamo 1 Miliardo di euro del PNRR per fare gli Ospedali di Comunità, uno spreco, lo dico a voce alta. Senza personale, chi ci mettiamo lì dentro? Stiamo buttando soldi pubblici.
Come vorrebbe si spendessero queste risorse?
Costruiamo nuovi ospice, investiamo in assistenza domiciliare dei pazienti cronici ed oncologici. Investiamo negli attuali ospedali, nell’innovare e rinnovare la loro tecnologia, troppo spesso obsoleta.