Gioi, l’antico baluardo del Cilento

La Storia di Gioi.

Varie sono le tesi riguardo all’etimologia del nome Gioi la quale risulta essere antichissima. 
Per molti sarebbe la caratteristica significativa delle qualità dei cittadini e delle prerogative che li distinguono. Secondo altri il nome deriva dall’esistenza di un tempio pagano dedicato a Giove, ubicato sul punto ove ora sorge la maestosa chiesa di Sant’Eustachio e questa risulta essere la più attendibile. Gioi è un centro agricolo del Cilento interno, sorge su una collina di quasi 700 metri, sottostante la catena Serra, nella Media valle dell’Alento. Si affaccia su due valloni che confluiscono nella pianura della Selva dei Santi.
Deve ascrivere le sue fortune alla singolare posizione geografica, sulla cui cima gli Enotri elevarono una delle loro fortezze, rifugio che andò a far parte della “Chora” di Velia.
Il suo prestigio aumentò in età normanna, quando divenne dopo Monteforte Cilento e Magliano Vetere, il terzo baluardo difensivo della Rocca di Novi. Nel medioevo fu costruita un’imponente cinta muraria.
L’antico castello, sui cui ruderi si è ricavato un giardino pubblico, è il punto più alto del paese.

Un panorama di Gioi
Cosa Visitare a Gioi.

Molti i luoghi di interesse. Notevoli i palazzi nobiliari (Palazzo Reielli, Palazzo Salati, Palazzo Conti, Palazzo De Marco), la Porta dei Leoni e la Porta Nova (Nobe) e  i ruderi del castello. Tra le chiese si segnalano Santa Maria della Porta, edificio in stile Romanico, la Chiesa di San Nicola, la Chiesa di Sant’Eustachio, il Convento di San Francesco e il Monastero di San Giacomo.

Prodotto tipico del territorio è la sopressata di Gioi: è un salume affumicato con stagionatura di almeno 40 giorni, dimensioni di circa 8 – 10 cm di diametro e 15 – 18 di lunghezza, da carne suina magra, recante al centro dell’impasto una fettuccia di lardo, conservato in vasi di vetro sottolio o sotto vuoto. Fa parte dell’elencazione dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani e della lista dei presidi ritenuti meritevoli di tutela da parte dell’associazione Slow Food.